Il Jazz nella scrittura di Murakami e Pavese. Ispirazione, fragilità e bellezza

La musica Jazz, insieme al Blues, è stata, nella storia, un punto di crocevia di culture, epoche e credenze, di grandissima importanza.
Haruki Murakami, nel 2017, ha reso pubblica la sua personale playlist su Spotify contenente la sua collezione privata di brani Jazz. 220 ore di ascolto.
Murakami non ha certo bisogno di presentazioni, ma per chi non lo conoscesse è importante sapere che nella sua vita privata il Jazz è stato molto importante. Per seguire la passione per la scrittura e la letteratura, e renderla suo mestiere di vita, ha venduto il Jazz Café di cui era proprietario.
Ma in Italia ci sono legami con il Jazz in ambito letterario? La risposta non può che essere affermativa. Il primo autore a cui si può far riferimento è certamente Cesare Pavese.
L’interesse di Pavese per il mondo americano nasce molto presto e con il mondo americano si intende tutto ciò che lo compone, musica inclusa. Già negli anni degli studi universitari, Pavese, era un grande appassionato di film di avventura americani. Conosceva nel dettaglio tecniche e registi. La sua passione si estese in ogni campo artistico, fino ad approdare alla musica. (Ricordiamo che Pavese fu anche uno dei traduttori più importanti della letteratura anglo-americana dell’epoca).
La sua passione non si sofferma solo in ambito biografico. In molte sue opere, infatti, la musica Jazz fa non solo da sfondo e contorno, ma in alcuni casi diventa quasi protagonista. Usa l’espediente del Jazz fino dalle opere giovanili, come ad esempio “Ciau Masino”, opera del 1932. Utilizza il Blues e il Jazz nelle sue liriche, nelle sue poesie.

Pochissimi intellettuali avevano una profonda conoscenza del Jazz in quegli anni, ma due dei più forti conoscitori furono Massimo Mila e Mario Soldati. E proprio grazie a Mila, Pavese riuscì a conoscere Antonio Chiuminatto, un giovane musicista e insegnante di violino presso il Conservatorio di Chicago. Pavese instaurò fin da subito una solida amicizia con quest’ultimo e approfondì ancora di più la sua conoscenza musicale. Pavese inoltre, col tempo, era diventato un appassionato collezionista di musica e molto spesso si rivolgeva proprio a Chiuminatto per riuscire a reperire dischi difficili da trovare.

La passione per il Blues e il Jazz non è una passione del tutto strana, nonostante gli anni e la cultura italiana presente, se si pensa all’animo del poeta, così fragile e forte allo stesso tempo, così profondo. Risulta quasi lo specchio di sé stesso e l’unica corrente musicale in grado di descriverlo a pieno.

Annamaria Pazienza

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