Non sempre l’amore è sfacciato. Può capitare che si diverta a giocare a nascondino con noi. Così, se non prestiamo attenzione ai minimi particolari, agli istanti, alle pause tra le parole, rischiamo di sbattere inutilmente la testa contro il muro e uscirne sconfitti o, meglio, convinti di non essere amati.
A volte è vero, altre volte no. Magari, riflettiamoci, il nostro compagno di viaggio ci ama ma non è capace di trovare la maniera giusta per dimostrarlo e manda segnali che dobbiamo imparare a saper cogliere per non sprecarne l’immenso potenziale. Già, perché sono i dettagli a fare la differenza. Pensiamo ai quadri. Sono le sfumature che ne definiscono i colori, esattamente come accade nelle relazioni sentimentali. Del resto, specialmente nei legami più datati, i piccoli gesti sono l’unico strumento che può metterci al riparo dalla consuetudine. Una minuzia può risvegliare passioni sopite, colorare giornate uggiose, far svolazzare le farfalle nello stomaco, accendere brividi sulla schiena, iniettarci entusiasmo.
Qualche esempio? Basterà guardare le foto di una vacanza al mare per ripercorrerne con la fantasia ogni istante, tanto da sentire addosso l’odore della salsedine. Basterà ascoltare una canzone per tornare quei ragazzi innamorati pazzi che si baciavano al concerto di una rockstar. Se siamo genitori di figli grandi, ricordare le peripezie del primo bagnetto ai nostri bambini ci farà sentire inaspettatamente giovani. Se siamo sensualmente ispirati, invece, potremmo organizzare una cenetta a lume di candela, brindare a suon di prosecco, abbandonare le pietanze sul tavolo e lasciarci travolgere dalla fiamma del desiderio. Potremmo, infine, puntare tutto sull’ironia e giocare a prenderci in giro, imitarci, farci il solletico, sfornare facce buffe. Insomma, ne abbiamo di scelte per stupire l’altro. L’importante è darsi una scossa, non sottovalutare mai la forza dell’amore e, soprattutto, non darlo per scontato.
I rapporti di coppia crescono e consolidano le radici ora dopo ora, esperienza dopo esperienza. Il tempo trascorso insieme è un seme prezioso per il futuro. Ma i semi, lo sappiamo, esigono dedizione. Non possiamo pretendere di lanciarli in aria e restare immobili a guardarli piombare sul terreno per pensare (illuderci?) che avremo piante durature. Non funziona così! Serve cura, acqua, presenza. Ecco, in amore la presenza è un fattore chiave. Presenza vera, sia chiaro, non inutile presenza fisica slegata da quella emotiva. Quante volte mentre parliamo con il nostro lui, o la nostra lei, li vediamo rapiti dal cellulare, presi a scrivere messaggi, navigare sui social? Troppe volte. E ogni volta ci sentiamo soli, irrimediabilmente soli. Non è la giusta rotta.
Allora tagliamo la rete che ci impiglia altrove, allontanandoci dalla persona del cuore, e diamo una scossa alla routine per far tornare a galla la gioia di proseguire insieme il percorso intrapreso. Le cose belle, si sa, vanno coltivate.
C’è un aspetto, però, che mi piace marcare. L’impegno che investiamo nella crescita della relazione è una cartina tornasole che si nutre di reciprocità ma vuole anche predisposizione, sana arrendevolezza. Cosa intendo? Intendo che per afferrare i dettagli che vengono lanciati dobbiamo lasciare ben aperte le porte dell’animo, sgombrarlo dalle paure, liberarci dalla criticità, dalle sovrastrutture, non attingere da utopistiche aspettative. Dovremmo imparare dall’infanzia e recuperarne la purezza. Fidarci e affidarci. Affrancarci dall’imbarazzo di apparire fragili perché la fragilità non è una colpa né un difetto. In fondo, chi di noi non ha bisogno di sentirsi protetto da un abbraccio che lo scaldi? Diciamoci la verità. Svuotiamo il sacco con noi stessi. La vera forza è ammettere la fragilità e far tesoro degli istanti.
Ricordo una sera, quando una cliente mi telefonò e disse: «avvocato, dopo tanti anni, mio marito mi ha fatto capire che vorrebbe passare una notte a far l’amore con me. A questo punto, sono certa che mi abbia tradito, si senta in colpa e inconsciamente voglia farsi perdonare. Lei che ne pensa?». Risposi d’istinto: «io penso che debba concedergli il beneficio del dubbio. Potrebbe aver fatto un bel sogno che l’abbia catapultato nel passato, ai vostri primi incontri. O potrebbe essersi imbattuto in una coppia innamorata e aver provato nostalgia per quelle emozioni di pancia. Certo, potrebbe anche averla tradita ma non lo saprà mai finché non glielo confesserà e non è detto che lo faccia. Perciò, abbandoni le difese, si lasci andare e abbia cura degli attimi, sono frammento d’eterno».
Caro Guido, come ho scritto in questo articolo e nel mio romanzo Dimmi che esisto, bisogna aver cura degli attimi. La vedo come una sorta di “regola” che si applica anche ai ricordi dai quali può scaturire la nostalgia. E, dici bene, la nostalgia potrebbe essere illusoria e deleteria ma spetta a noi non consentirlo. Facciamo in modo di scaldare i nostri “attimi” con quel ricordo senza che la sequenza di attimi diventi nuova realtà contro cui imbatterci. Cibiamoci di quegli istanti senza perdere il contatto con la realtà. Insomma, è il vecchio dilemma tra seguire il cuore o la ragione. Diamo al cuore lo spazio degli attimi ed alla ragione il compito di riportarci con i piedi per terra. Grazie per aver letto le mie parole con attenzione e buona vita.
ma la nostalgia che in amore scalda un cuore raffreddato e spinge il singolo verso una rinnovata o nuova emotività può creare illusione, ed essere quindi anche deleteria, quando si va ad imbattere in una realtà alterata appunto dal desiderio nostalgico..?