“C’è in te una vitalità, una forza vitale, un’energia, uno stimolo che si traduce in azione, e poiché come te ce n’è sempre e soltanto uno, questa espressione è unica. E se la blocchi, non esisterà mai in nessun altro e andrà perduta.”
– Martha Graham
Siamo in primavera. Sono una grande amante della stagione fredda, io. Adoro i toni caldi della terra, le foglie che danzano dondolando, la luce che si accorcia e il focolare acceso dentro casa. Il naso che si congela, il silenzio ovattato della neve, le coperte di lana. Fin da piccola ho sempre sofferto di allergie in primavera, per cui questo cambiamento non l’ho mai visto troppo di buon occhio.
Grazie allo studio della Naturopatia e dell’Ayurveda sono un po’ riuscita a fare pace con questa stagione, i miei sintomi si sono placati ed è stato in quel momento che ho potuto assaporare la nuova stagione cogliendone i lati belli, i colori sfavillanti, la musicalità degli uccellini e, soprattutto, le gemme. Ho sviluppato una passione per osservare, fotografare, utilizzare le piccole e graziose gemme.
È stato in uno dei miei libri di medicina olistica (La medicina energetica di Marco Montagnani) che mi sono imbattuta, nel capitolo sulla primavera, nella parola assertività. Assertività, dal latino asserere (asserire, affermare con certezza), che a sua volta è composto dal prefisso ad, rafforzativo e da serere (intrecciare).
Non so per quale motivo nel mio cervello l’assertività è sempre stata associata a un atteggiamento negativo, egoistico, quasi aggressivo. Come se esprimere, sostenere, credere nelle proprie idee fosse qualcosa di sbagliato. L’assertività è un tipo di certezza particolare, perché non richiede dimostrazioni. Va oltre le riflessioni, oltre le ideologie, oltre le emozioni, oltre i ragionamenti… insomma è un tipo di pensiero che non deve giustificazioni, non è negoziabile. È un intreccio di valori, identità, verità. È, parafraso io, un dare voce alla parte più profonda di noi, legittimandola.
Questo mi ha portato a riflettere su un concetto opposto ma connesso: l’omologazione. La nostra società ci vuole tutti uguali, quante volte ho sentito questa frase e quante volte l’ho da una parte riconosciuta come vera e dall’altra mi sono sentita non coinvolta da essa. No, pensavo, io sono diversa. Tuttavia, ho ripercorso mentalmente gli ultimi anni. Quante volte mi sono omologata al pensiero della maggioranza, per un motivo o per un altro. Quante volte sono stata monotematica nei discorsi da affrontare. Quante volte ho lasciato ad altri il compito di decidere per me. Quante volte mi sono vergognata del mio pensiero personale, nascondendolo e tenendolo segreto. Quante volte ho basato il mio pensiero sulle aspettative altrui.
La comunicazione assertiva può essere un ottimo strumento non solo per migliorare le proprie relazioni interpersonali (private o lavorative che siano), ma anche per trovare una certa pace con se stessi, un equilibrio tra ciò che comunico (e di conseguenza mostro di me al mondo) e quello che realmente sono. L’assertività si basa proprio su equilibrio, onestà, rispetto, fermezza ed empatia. E ci sono anche diversi vantaggi: essere assertivi aiuta ad aumentare l’autostima (uno dei problemi più intensi nella nostra società attuale), a diminuire i livelli di stress e ansia, a elaborare soluzioni creative di successo, che permettano a tutti di vincere.
Mi sono presa un impegno per questa primavera: vivere l’assertività. Davanti all’impotenza, all’incertezza, all’insicurezza e alla rabbia di fronte agli eventi del mondo che ci circonda scelgo di sentirmi degna di ottenere il meglio, di tirare fuori i miei talenti, di convertire la mia ira in una azione che solo io posso compiere. Io posso rendere il mondo un posto migliore. Io so come rendere il mondo un posto migliore. Questa la mia asserzione.
La primavera è il tempo migliore per selezionare ciò che non ci piace, abbandonando ciò che ci fa male, potandolo come un ramo secco del nostro giardino, e ciò che invece ci piace, dando nutrimento e fertilizzante a ciò che ci nutre e ci fa crescere, a ciò che ci porta piacere.