L’essere umano recondito e fiabesco di Serena Bedini

Ci sono posti nascosti, preziosi come le grotte di roccia antica modellate dal movimento lento e costante del mare. Ci sono spazi nella memoria e nel presente tanto prossimi alla poesia da confondersi con l’immagine di un crepuscolo, o con quella di un firmamento. Ci sono personaggi che incarnano le nostre paure, le certezze, le nostre insicurezze, come satiri esasperati da sentimenti estremi, che troppe volte non abbiamo il coraggio di provare. Ho incontrato suggestioni simili nel libro Notturno con fuga, di Serena Bedini, che utilizza ambientazioni fiabesche in cui le luci della luna sono argento riflesso sulle onde, le voci dei protagonisti pensieri sussurrati. Sono stata condotta alla scoperta di alcuni luoghi dell’anima ai più sconosciuti, ma che sicuramente sono parte integrante di ciascuno di noi. Luoghi segreti, che hanno così tanto da raccontare. Come fa il mare, protagonista indiscusso del libro, quando con i suoi flutti racconta alle orecchie di chi lo sa ascoltare storie magiche, leggende antiche in cui polene, marinai, amanti lontani condividono destini tra sogno e realtà.

Un vecchio pescatore custode di saggezza. Una giovane ladra affamata di libertà. Un commissario che rimette in discussione il suo credo e un uomo razionale fino all’eccesso, che ha dimenticato la bellezza di un’emozione. Pochi protagonisti, intensi e poetici, come la scrittura dell’autrice. Le righe scorrono con il movimento vellutato delle onde notturne, carezzando l’anima del lettore affinché possa perdersi e, chissà, in qualche modo ritrovarsi.

È l’essere umano il protagonista finale, recondito e oscuro, benché il mare presti voce alla narrazione e determini gli scenari di questa fiaba dal sapore mistico. L’essere umano studiato e analizzato dall’autrice come portatore di un’incomparabile sensibilità (il vecchio e la ladra riusciranno persino a sentire e comprendere la voce del mare), ma allo stesso tempo prigioniero della propria razionalità, devoto a un ideale di perfezione che pretende di calpestare la bellezza imperfetta dell’essere capaci di amare, del mettersi in gioco, in altre parole di essere umani.

Un accenno alla trama, anche se sono le suggestioni l’ingrediente più saporito del romanzo. Un vecchio pescatore, dotato di un’incredibile sensibilità, riesce a percepire la voce del mare, interpretarne i racconti attraverso i flutti e le maree, che ogni notte sussurrano alle sue orecchie le storie delle persone che lo hanno attraversato. Un’abile ladra, incapace di legarsi a luoghi fissi e alle persone, incapace di costruire rapporti interpersonali duraturi, in fuga perenne. Una calda notte estiva si concederà una nuotata e incontrerà il vecchio, andando inconsapevolmente incontro ad un cambiamento che coinvolgerà una parte importante del suo cuore. Nel plot narrativo, con le loro s’intrecciano anche le due vite di un commissario in crisi e del figlio del vecchio, uomo inaridito dal proprio modo di pensare, che si difende dal mondo arroccandosi dietro l’illusione della razionalità assoluta.

Un romanzo semplice, intrigante e misterioso, come la calma distesa del mare che all’occhio umano è destinata a perdersi inevitabilmente all’orizzonte.

Serena Bedini, Notturno con Fuga, Firenze, Ensemble, 2021

Caterina Ceccuti

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