Di come siamo diventati criceti in gabbia

«Hai visto, Roberto? Tra due giorni diventerà difficile muoversi fra i molti muri. Ne costruiscono di nuovi a ritmo forsennato. Un labirinto.»

«Un labirinto o un Gioco dell’Oca. Quel che mi meraviglia di più è che in tanti nemmeno se ne accorgono.»

Gesualdo e Roberto passeggiavano tra gli ulivi, poi si immersero in un’ombra densa. Tre alberi in fila univano le loro chiome folte. A terra c’era una lunga chiazza scura.

«Hai sentito che odore forte?» disse Roberto.

«Forse hanno bruciato qualcosa.»

«No, sono questi carrubi. E le carrube che stanno marcendo a terra.»

«Ah. Ricordo una bella poesia di Bonaviri sul carrubo.»

«Hai saputo dei criceti?»

«I criceti?»

«Ho sentito la notizia alla radio. A Hong Kong stanno uccidendo migliaia di criceti. Sembra che siano infettivi.»

«Mah. I criceti in gabbia e noi uomini. Le stesse abitudini. Girare sempre sulla stessa ruota e non spostarsi di un millimetro.»

Subhaga Gaetano Failla

foto: Ekaterina Marory

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