Le tegole
Scroscia lenta
nella notte
la pioggia
di Novembre.
S’insinua
tra le tegole rosse
di quella casa
dove,
piccolo groviglio
di capricci,
ti aggiravi
per i poggi desolati.
T’incanti davanti
ai gatti che
arrendevoli
si scambiano sguardi.
Ti meravigli
della lepre furtiva
che vorticosamente
s’avvicina
al pollaio.
Ogni antico
rumore
appare
per la prima
volta.
Bambino
Bambino correvi
tra le distese
di rose,
abbracciato
all’oro
delle mimose.
Piccola anima
ingenua,
calpestavi
il muschio che
s’aggirava
selvatico.
Muto,
tra il castano
della terra
spoglia.
Raccontami ancora
Raccontami ancora
di quando fanciullo
passeggiavi
tra l’odore
delle more
selvatiche.
Protesi alle nubi
gli occhi
timorosi,
presagio nefasto
di labili
gocce.
Infine
giungeva
la pioggia leggiadra
tra i tuoi giochi
d’infanzia.
Morivano
i palloni
grezzi,
tra i fili ricuciti,
piangeva
il cuoio
in fin di vita.
Annegavano
le biglie
tra scie
di colori.
S’abbatteva
il triciclo
in un angolo
buio
accanto a te
dove,
minuscolo,
nascondevi
la pelle.