La lettera di Neal Cassady che diede a Kerouac l’impulso a scrivere come avrebbe scritto

Neal è l’inizio (di tutto) – e anche la fine (di tutto) – in mezzo la lettera di 16000 parole scritta a Jack Kerouac nel 1950 senza pensare, senza correggere, così di getto. “Quella lettera” senza la quale nè Kerouac nè Ginsberg sarebbero esistiti come scrittori, perché Jack non avrebbe imparato a scrivere da Neal e Ginsberg non lo avrebbe imparato da Kerouac. Eppure Neal non era uno scrittore e non lo ha mai voluto essere. Lui non aveva tempo da perdere seduto ad un tavolo a macinare parole, lui doveva vivere, in fretta, di corsa, di furia rabbiosa.

Ora quella lettera è stata ritrovata. Si pensava perduta, in tutte le biografie di Kerouac e Ginsberg si diceva che era andata perduta e che era un vero peccato. Perché tutto è cominciato da lì, dalla lettera di Neal, l’inizio della beat generation  fu quella lettera; perché la beat generation non fu un movimento di costume, fu una grande epopea letteraria, come dopo non se ne sono più viste.

Dicevo, si pensava fosse andata perduta, caduta nell’acqua, per sbaglio, per distrazione di Gert Stern che viveva su una chiatta a Sausalito. Lui l’aveva ricevuta in prestito da Allen Ginsberg che a sua volta l’aveva ricevuta in prestito da Jack Kerouac, a cui era stata scritta da Neal Cassady. Quello che si era sempre saputo, prima del suo ritrovamento, era che Gert Stern l’avesse perduta per incuria o distrazione e che fosse addirittura caduta in acqua. Keroauc se ne rammaricò con Ginsberg. In fin dei conti quella lettera era sua e da lei gli era venuta l’intuizione di cambiare lo stile della propria prosa in quella che avrebbe inagurato con On the road. La lettera è sempre stata conoscita come ” The Joan Letter”. In questa lettera, si legge nella biografia di Allen Ginsberg scritta da Bill Morgan, viene raccontata la storia d’amore di Neal Cassady con una donna di nome Joan Anderson.  Neal ci aveva messo diversi giorni a scriverla, tra il 17 e il 22 Dicembre del 1950.

In realtà ora si scopre che Ginsberg aveva spedito la lettera alla casa editrice Golden Goose Press di San Francisco per farla pubblicare. Da un articolo scritto da Jerry Cimino  veniamo a sapere che Gert Sterner gli ha personalmente detto anni fa di non aver perso quella lettera ma di averla restituita a Ginsberg:

He vehemently denied he lost the Joan Anderson letter and said Ginsberg actually recanted that claim before he died in 1997. Gerd told me, I gave that letter back to Ginsberg. I didn’t lose that letter – Allen did.”

La lettera è stata ritrovata del tutto casualmente. Nel 1955 il proprietario della Golden Goose Press Richard Wirtz Emerson chiuse la casa editrice; ma siccome divideva l’ufficio con un impresario musicale, quest’ultimo decise di mettere diversi documenti della Golden Goose Press in vari scatoloni, dove sono rimansti per 60 anni. Quando l’impresario è morto la figlia Jean Spinosa è andata a guardare cosa ci fosse dentro quegli scatoloni e ci ha trovato la famosa The Joan Letter. Il 17 Dicembre del 2014 la lettera è stata messa all’asta dalla casa d’aste della California meridionale Profiles in History.

Ovviamente noi lettori, noi appassionati di ogni singola parola, virgola e respiro di Jack Kerouac, speriamo di poterla almeno leggere.  E ci uniamo a Gerry Cimino nel dire:

My most fervent hope is it will be purchased by someone who has a love of Neal & Jack and the other Beats and it will eventually be published in book form and also made available for viewing by the public. The world deserves to see this manuscript. It is historic in a general context, and in the world of the Beats it is beyond historic. It really is The Holy Grail of The Beat Generation in the sense of its significance – the fact it was lost for so many years and the legend and lore and myth that grew up around it in the 60 years it’s been missing only adds to the allure.

Dianella Bardelli

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