Pesce, pesce fresco, venite, accattate, pesce bello che sembra vivo, signora, lo volete il mio pesce fresco? Guardate che occhi, sembra che parlano!
Siamo diventati la caricatura di Raz Degan che diceva: se non venite a vedere il mio film, sono fatti vostri! E ogni giorno ne inventiamo una nuova per colpire il nostro target, per far crescere i follower, perché i follower vanno coltivati, bisogna porre domande aperte, coinvolgerli, e mai, assolutamente mai, contraddirli, altrimenti vanno via, scivolano verso altri divi e noi non siamo più i divi di niente.
Abbiamo imparato le tecniche di comunicazione all’avanguardia, mai usare parole negative, mai mettere il muso, tristoni non ne vogliamo, dobbiamo essere sempre allegri, contenti, esaltati insomma. Tanti cuoricini, oh yeah, punti esclamativi, quelli fanno sempre effetto!!! E mai e poi mai dire quello che pensiamo. Ci siamo allenati così tanto che ormai non pensiamo più. L’importante è vendere, anzi, vendersi, per convincerci di esistere. Perché si sa, se non hai i follower, non sei nessuno. E se sei un vero artista, non hai capito nulla, le tue opere se le prenderanno quelli con i follower, è per il bene dell’arte, perché l’arte va ammirata, non va tenuta in segreto, bisogna smerciarla, diffonderla, e oggi essere virali è fondamentale per diffondere la propria arte.
Se vuoi venderti bene sul mercato, devi essere competitivo. E se non conosci altra competizione che con te stesso, hai sbagliato lavoro. Tu non sei tu, tu sei tutti. Guarda gli altri, diventa come loro. Tu sei loro. Tu parli come loro, scrivi i messaggini come loro, sogni quello che sognano loro. Per ispirarti, compra libri dalla grossa casa industriale M, quella è vera letteratura perché non sa di esserlo, viene pubblicata per mille altre ragioni che non hanno nulla a che vedere con la letteratura. E a te questo deve bastare. Ti devi uniformare, se vuoi stare a galla.
(A discolpa della M bisogna ammettere che ci infila in mezzo anche molti classici, ma forse lo fa per errore, le scappano, chi lo sa). Letteratura? Non diciamo parolacce, per carità. Tu devi solo promuovere, la parola chiave è questa. Promuovere per aiutare gli editori, perché la promozione è faticosa, e costa tanto. Pensa che una volta Armando C (tanto per dire un nome, perché ogni tanto i nomi scappano) ha chiesto a un amico di un amico di un amico 5.000 € per la promozione, altrimenti non avrebbero pubblicato il suo romanzo. E infatti non lo hanno pubblicato. Altri, invece, sono stati più discreti e hanno semplicemente deciso di non rispettare il contratto di edizione firmato da due anni perché avranno letto qualche suo articolo in cui diceva quello che pensava. Ma come gli è venuto in mente, a quell’amico di un amico di un amico, di dire quello che pensava! E sai come ha risolto il problema? I suoi libri ora escono con uno pseudonimo, e nessuno sa che sono i suoi… Ecco, questa sì che è arte. La censura è superata, ora va di moda l’autocensura. Per campare, bisogna vendersi, anzi, ancora meglio, snaturarsi, tapparsi la bocca e ubbidire al potere, alla cultura del conformismo, al pensiero unico, mai raro, e al mercato, soprattutto al mercato. Il mercato ha vinto su tutto. Non è meraviglioso!
E dopo aver osservato questo, ti giri intorno, e vedi autori e autrici con gli occhi tristi e la faccia di plastica, che fingono di parlare con noncuranza della loro opera omnia invitando i lettori a comprare, comprare, comprare… Accatatavello! mentre si scattano foto col loro libro in mano da tutte le angolazioni. Siamo tutti impazziti per l’autopromozione. Avanti, impazzisci anche tu, vedrai che è bello. Oh yeah…
Grazie per questo articolo: condivido proprio tutto. E, come già scrissi altrove, credo che non sia giusto rassegnarsi davanti a una realtà che può dare anche molto dispiacere…
Grazie Luisa
Teniamo duro