Marguerite Yourcenar, la creatura insuperabile, la donna libera che ha attraversato la vita a occhi aperti

Sono i primi mesi del 1980, la scrittrice Marguerite Yourcenar si prepara per una crociera nei Caraibi in compagnia del giornalista Jerry Wilson, conosciuto durante una trasmissione televisiva a lei dedicata. Mentre fervono i preparativi, dalla Francia arriva una notizia dirompente, l’Académie Francaise ha eletto la scrittrice franco-belga come suo membro. Si tratta della prima donna in assoluto, in quanto fin dall’epoca della sua fondazione a opera del cardinale Richelieu, soltanto “ai maschi” era consentito fare parte di questo importante consesso. I tempi oramai, però, sono maturi per comportamenti diversi, l’amico e intellettuale Jean d’Ormesson che ha sostenuto la candidatura della Yourcenar, così esprime il suo favore per la scelta operata: “Essere una donna non è un motivo sufficiente per essere sotto la Cupola. Ma essere una donna non è un motivo sufficiente per impedire di sedervisi”. Il riconoscimento premia una scrittrice appassionata e colta, grande frequentatrice dei classici sin dalla più tenera età, con una produzione di opere letterarie molto ricca, tra cui il romanzo Memorie di Adriano cui la scrittrice legherà il suo nome per sempre, capolavoro di eleganza, di profondità e di resa narrativa bella e colta. Del resto l’ultimo ventennio è stato un’ascesa continua per la scrittrice, che ha ricevuto premi come le Prix Combat per il libro Con il beneficio d’inventario e le Prix Femina per l’Opera in nero, con le  sue opere che sono sempre perfettamente costruite in ogni dettaglio, capaci di sfidare il tempo e di consegnarsi all’immortalità letteraria. Ma chi è questa Marguerite Yourcenar, forse più celebre di quanto non sia stata veramente letta. Il padre è un francese, appartenente a un’antica famiglia di ricchi proprietari originari del nord della Francia, la madre invece è belga, originaria della regione di Namur (Suarléè). Marguerite non conoscerà mai la madre che a dieci giorni dal parto muore per complicazioni legate alla febbre puerperale, racconterà anzi di non essersi troppo dispiaciuta per la perdita, compensata da un padre, uomo affascinante e amante oltre del gioco, anche delle donne, che lo circondano sempre, così non è mai mancato chi mi facesse dei collettini di pizzo o mi regalasse dei dolci. La ragazzina cresce interessata allo studio e amante dei classici, sembra non accorgersi della mancanza della madre che conoscerà in fotografia, la prima volta, sui trentacinque anni. Il padre, intanto, un temperamento vivace e anticonformista, dalla vasta cultura e grande viaggiatore, decide di educare privatamente la figlia in una villa a Mont-Noir nel nord della Francia. Marguerite non ha simpatia per la nonna, ai suoi occhi incarna pienamente la borghesia possidente, quindi molto attaccata ai beni materiali e alle sue proprietà. La ragazzina oltre alla passione per i classici ha una vera passione per tutta la natura circostante la villa, tra cui frutteti, boschi d’abete e animali in libertà, quella meccanica precisione dell’esistere rende interessanti le sue giornate a Mont-Noir. Ci sono poi le lezioni private, anche se la giovane spesso preferisce anticipare le lezioni leggendo da sola e regolando a suo piacimento l’andamento delle letture stesse.  A soli otto anni legge le opere di Jean Racine e Aristofane, a dieci anni impara il latino e a dodici il greco, nel 1919 sostiene a Nizza il baccalauréat di latino e di greco e il periodo della permanenza tra Mentone, Montecarlo e Nizza crea una forte complicità con il padre, con il quale legge Shakespeare, Omero e Virgilio in lingua originale. Questo spaccato di vita, infantile e adolescenziale, consente di individuare il carattere determinato della Yourcenar ma anche il suo amore per la ricerca, con metodo e approfondimento, tanto le tornerà utile nella costruzione delle sue opere letterarie che beneficeranno, altresì, di un ulteriore energia e linfa vitale dovuta alle esperienze di viaggio. Marguerite infatti viaggerà molto, dapprima insieme al padre, poi da sola ma sempre per un bisogno di allargare i propri orizzonti. Il suo senso della vita è connotato dal viaggio, inteso come conoscenza ed il noto interrogativo di Zenone, immaginario filosofo, alchimista e medico dell’epoca rinascimentale, protagonista del suo romanzo L’Opera al nero ben racchiude questo sentimento del vivere nel famoso interrogativo “Chi sarebbe tanto insensato da morire senza avere fatto almeno il giro della propria prigione?” Quindi ci sono i viaggi in Svizzera e in Germania, nel 1924 c’è la visita a Villa Adriana, a Tivoli e da lì inizia la stesura di quei carnet des notes fondamentali per le Mémoires. Il temperamento della Yourcenar, intanto, è volitivo, attratto dalle passioni forti e dall’innamoramento altrettanto violento, come accade nei confronti del suo curatore editoriale il giornalista André Fraigneau. Questa esperienza fa vivere a Marguerite l’impossibilità di essere corrisposta nel suo sentimento amoroso da quel colto e brillante uomo che preferisce gli uomini alle donne. Nel pieno di questa crisi passionale la scrittrice esorcizza i suoi sentimenti decidendo di scrivere una storia che servirà a dare voce a un protagonista che lotterà vanamente prima di riconoscere la sua condizione omosessuale. Alexis o il trattato della lotta vana viene concepito a Losanna, il padre, dal suo canto, oramai ammalato sceglie un posto salubre per sfuggire al clima molto caldo del Mediterraneo. La narrazione distoglie dal dato scabroso in quanto l’inserimento degli elementi rivelatori della condizione avviene con equilibrio, grazie a un esercizio lessicale maturo per cui la stesura originaria, anche dopo molti anni, alla rilettura della stessa autrice, viene confermata senza alcuna modifica. La Yourcenar preferisce conservare il testo nella sua integrità, ben diversamente da quanto successo con Memorie di Adriano che ebbe una vicenda di scrittura complessa e articolata, con riscritture e aggiustamenti vari negli anni. Il titolo ricorda un’opera giovanile di Gide ma nelle conversazioni che ebbe con Matthieu Galey, raccolte poi nel libro Ad occhi aperti pubblicato nel 1980, la scrittrice rivela la più forte influenza di Rainer Maria Rilke sulla personalità del protagonista, un uomo pieno di scrupoli e animato da una religiosità con la quale avvolge persone e cose. La trama è semplice, un giovane dopo due anni di matrimonio rivela alla moglie la sua omosessualità, ricorrendo a una lettera, quindi prima di abbandonarla le scrive i motivi di questo suo distacco. La sofferta confidenza di Alexis Géra – ultimo erede di un’antica nobile famiglia austriaca – alla moglie Monique Thiébaut della sua vera inclinazione sessuale, è una confidenza resa in un determinato ambiente e contesto storico, una scrittura che la Yourcenar ha ritenuto di rispettare, senza nessuna rivisitazione, trovando il testo capace di sfidare l’evoluzione dei costumi.
Il romanzo ha comunque una sua attualità e, forse anche, una sua utilità, oggi che i costumi sociali tendono sempre più verso un’apertura sul tema; ma la veduta non è dappertutto piana in quanto ancora in troppi luoghi esistono culture che discriminano l’orientamento sessuale, e dove ciò non accade il processo di accettazione individuale della diversità non è sempre così lineare e scontato.

La narrazione parte dal tempo più remoto che coincide con l’infanzia silenziosa e solitaria a Woroino, piccolo paese della Boemia del Nord, un luogo molto amato dal protagonista che in quei silenzi scopre quanto la musica ben rappresenti un linguaggio espressivo a lui consono. L’infanzia, sempre da lì parte ogni processo di autoconsapevolezza della propria identità sessuale! Ad Alexis muore il padre, severo ma piuttosto di facciata, la madre e le sorelle non gli sono di conforto; il ragazzo indugia in questa sua adolescenza e nei pochi e amari ricordi, perché di allora è il primo turbinio convulso di sensazioni che lo sconvolgono interiormente. È umiliante pensare che tante aspirazioni confuse, emozioni e turbamenti (senza contare le sofferenze) abbiano una ragione fisiologica, così Alexis accenna alle angosce e ai dolori di quel tempo. La sua condizione ritenuta una malattia in realtà, oltre ogni altro giudizio, è da annotare tra le manifestazioni della vita, essa non conosce una sola indole sessuale, ma genera diversità sessuali sia per gli uomini che per le donne. Alexis nel mentre scrive, sospetta che la moglie abbia capito, per questo le chiede tutta la comprensione di cui la ritiene capace. Nella lettera sono raccontati anche fatti della vita, come il trasferimento al collegio di Presburgo per due anni, in quanto il contesto nel quale la tempesta di emozioni si manifesta è importante per inquadrare l’insieme. Alexis indugia anche nel crogiolo di sentimenti dominanti all’epoca. La paura, innanzi tutto, e l’ossessione del materializzarsi di quanto l’istinto respinga e l’ossessione copra con il disgusto, in nome di una purezza ingannevole. L’ossessione della morte, quasi come fosse uno smarrimento, una disfatta che sarebbe stata dolce, diventa una fedele compagna, il corpo intanto è fragile e la malattia coglie Alexis che, seppure guarito, resta con il fisico molto indebolito. Gli accadimenti intanto sono implacabili e creano una continua esitazione in Alexis. Come un gioco nel tirarsi indietro e un ripiegarsi, per poi accorgersi che la vita stessa è un continuo avanzamento e ripiegamento, fino all’evento che diventa un vero rapimento emotivo, e non solo. Alexis prova tutto questo con il materializzarsi della bellezza in un mattino, quell’incontro è assolutamente inatteso. L’emozione è tale che il protagonista supera la confusione, tra desiderio e paura, e assapora il gusto di una felicità totale che purtroppo, come sempre accade a ogni stato di grazia, diventa un dono a scadenza, destinato a consumarsi. Poi, un mattino, egli non venne più. Ciò che resta è il senso di colpa per il desiderio provato e il tormento del peccato che lo fa dibattere in una solitudine nuova. Vana e ingannevole è anche la promessa di non commettere mai più quel peccato, mentre la salvezza prende le sembianze di una donna innamorata, Monique che ha tutti i migliori requisiti per essere una giovane sposa innamorata. Il protagonista la sposa, dando a sé stesso un’opportunità di riparare all’amore che gli è stato negato, ma la realtà presto si rivela, l’altro diventa persona cara e dolce, ma l’amore è altro. I due, per tacito accordo, rimandano quell’intimità cui Alexis pensa con un poco d’inquietudine, anche di ripugnanza. Alexis comprende allora che la passione ha bisogno di grida, l’amore stesso di compiace di parole, ma la simpatia può essere silenziosa, mentre nel suo intimo è in atto una continua lotta tra la virtù del sottrarsi alla tentazione e le febbrili rinunce che ad un certo punto esplodono; gli istinti si comunicano all’anima, e dove non si creava l’occasione, questa veniva cercata attraverso delle complicità prezzolate. I tormenti intanto portano con sé il desiderio di morire, l’ossessione del suicidio, il senso di totale solitudine, mentre un’ancora di salvezza è rappresentata, ancora una volta, dalla musica. Alexis attraverso la musica una via d’uscita, una guarigione dell’anima che consente anche al corpo di guarire ed accettare la direzione impressa dai propri istinti. Non avendo saputo vivere secondo la morale comune, cerco, almeno, di essere in accordo con la mia: è al momento in cui si respingono tutti i principi, che conviene munirsi di scrupoli. Avevo assunto nei tuoi riguardi impegni imprudenti che la vita avrebbe disdetto: ti chiedo scusa, il più umilmente possibile, non tanto di lasciarti, quanto di essere rimasto così a lungo. La scrittrice quando scrive di Alexis ha appena ventiquattro anni ma nelle sue pagine pulsa un “cuore pensante”, quindi oltre il piano del razionale che contraddistingue tutti i suoi romanzi, preziosa alla scrittura è anche un’intelligenza del cuore che rifugge dal ripiegamento su di sé, portando a un’apertura sul mondo e sugli uomini. Il suo sentire poi, oltre le bellissime pagine di quanto pubblicato nel corso della sua vita, è contenuto anche in una serie di carteggi e di lettere intercorse con Grace Frick, l’intellettuale americana e sua traduttrice, con la quale stabilisce dal 1937 un forte legame che sfocerà anche in un sodalizio amoroso. Questo materiale è stato affidato all’Università di Harvard che soltanto nel 2037, a cinquant’anni dalla morte della scrittrice, potrà renderlo pubblico. Le spoglie della Yourcenar, che ha amato e vissuto con Grace fino alla morte nella residenza Petite-Plaisance di Mount Desert, sulla costa occidentale dell’America, sono seppellite accanto a lei e a Jerry Wilson, l’omosessuale trentenne con il quale la scrittrice intesse una relazione turbolenta e che gli sarà compagno di viaggio fino alla morte prematura per Aids avvenuta nel 1986. L’anno dopo muore anche la scrittrice. Una vita nella quale il tema dell’identità sessuale è molto presente, trattato letterariamente nel romanzo Alexis o il trattato della lotta vana, oppure il tema della passione amorosa non corrisposta trattato nel libro Fuochi, nonché la lunga relazione omosessuale coltivata con Grace e gli accompagnamenti con amanti dello stesso sesso, oppure la compagnia di giovani omosessuali che fanno ricordare Antinoo, che ebbe una relazione sentimentale e amorosa con l’imperatore romano Adriano. Non è soltanto letteratura ma anche vita che ha bandito ogni infingimento, vivendo apertamente quello che i corpi reclamavano, nonché ogni gamma di desiderio amoroso fino a quel sentimento di amore-simpatia che è un sentimento profondo di tenerezza per una creatura, quale essa sia, con la quale condividiamo le stesse vicissitudini. Marguerite in tutto questo è davvero creatura insuperabile e una donna libera che ha attraversato la vita ad occhi aperti preparandosi a farlo anche con il salto nell’eternità. 

Marisa Paladino       

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