Era sotto ogni aspetto un robot umanizzato.
Un androide…
Edmund Cooper, Uomini e androidi
L’animale uomo ha possibilità di giungere all’estinzione dell’intera specie, in vari modi. Molto rapidamente attraverso le armi atomiche. Come riconoscere l’urgenza? Come riconoscere la necessità urgente del risveglio umano? Come abbandonare coraggiosamente il nostro stato di dormienti, le nostre parvenze di androidi?
Franco Malanima sente profondamente questa urgenza e la esprime, parlando di scrittura e di poesia, nel suo articolo apparso su Articoli Liberi il 27 gennaio.
Il film Il postino, al quale allude Malanima, quando uscì non venne riconosciuto dalla critica internazionale come espressione artistica necessaria. Non tanto per la struttura complessiva in sé (nella sceneggiatura, ad esempio, il film aveva in parte tradito la gioia erotica presente nel romanzo Il postino di Neruda di Antonio Skarmeta da cui è stato tratto Il postino). Ciò che non era stata realmente riconosciuta era l’interpretazione urgente e necessaria di Massimo Troisi.
L’immagine e le scene dell’attore rimangono oggi sugli schermi, nello splendore malinconico di un sorriso, nelle pause di parole e gesti che enfatizzano il silenzio e il vuoto. Ma l’uomo morirà prima dell’uscita di quel film. Chi ha visto Il postino, davvero, non è riuscito a trattenere le lacrime, perché sente che l’uomo Troisi sa, in qualsiasi modo, di essere prossimo all’abbandono di sé stesso – corpo, mente, nome, esistenza umana insomma. L’uomo Massimo Troisi conosceva l’urgenza della sua arte nel suo ultimo film. E il coraggio di cui aveva bisogno. Di cui tutti noi abbiamo bisogno.