Correva voce che Tom avesse un amante

Correva voce che Tom avesse un amante. Benché nemmeno i suoi amici più intimi lo avessero ancora incontrato, Tom non faceva altro che parlare di Patrick. Quando le giornate trascorse sul set lo rendevano più cupo del solito, i particolari con cui Tom raccontava Patrick erano così precisi che a chi gli stava intorno in quel momento pareva di vederlo o addirittura di conoscerlo da sempre. Quasi invidiavano Tom per quella passione manifestata con tale intensità, nessuno sospettava che Patrick potesse essere un fantasma. Una presenza maligna che accompagnava Tom fin da bambino. Si era presentato molto presto nei pomeriggi spensierati in cui Tom giocava in giardino o faceva merenda accanto alla madre, al punto che una volta cresciuto lui cominciò a sospettare della presenza di Patrick fin dalla nascita. Nati insieme, ma non fratelli. Venuti al mondo nello stesso istante, ma non dallo stesso ventre. Patrick era stato il suo compagno di banco per tutti gli anni di scuola. Quando Tom si arruolò nella marina e partì per la guerra, Patrick lo seguì senza indugio. Era presente ai suoi primi provini, era con Tom nei pochi anni di quel matrimonio fasullo che la produzione con cui era sotto contratto gli impose come clausola per mettere a tacere le chiacchiere che già circolavano sul suo conto. Era sul set dei film a cui Tom prendeva parte nella vana speranza che interpretare qualcun altro potesse ridurre la presenza invasiva di Patrick. O magari, eliminarla del tutto. Nulla era però servito. Quando Tom diventò una stella del cinema, Patrick era al suo fianco alle prime. Quando riceveva dei premi, Patrick era in prima fila ad applaudire come il suo fan numero uno. Quando Tom era a letto con qualcuno, Patrick era lì con lui senza che l’altro riuscisse a vederlo. Ormai Tom ci aveva fatto l’abitudine. Si concentrò sul suo lavoro. Cercò di non prestare troppa attenzione a Patrick. Anche se lo avrebbe voluto vedere morto.

Fu al principio degli anni ‘60 che il legame tra Tom e Patrick ebbe una svolta inaspettata. Impegnato in un ruolo difficile sul set di un film diretto da un uomo che aveva fama di maltrattare i suoi attori, Tom ebbe un crollo nervoso dopo una brutta umiliazione da parte di quel regista. Patrick se ne stava in disparte, fingendo che nulla fosse successo. Attendendo il momento opportuno per tornare nella vita di Tom una volta per tutte. Al termine del film che gli avrebbe valso la definitiva consacrazione, Tom decise che della recitazione ne aveva abbastanza. In realtà era il mondo che girava attorno agli attori che non faceva più per lui e forse così era stato da sempre. Tom amava recitare, ma amava farlo solo davanti a una cinepresa o su un palcoscenico. Invece, Hollywood gli chiedeva di interpretare un ruolo costante anche fuori dall’orario di lavoro. Ogni suo gesto era posto sotto i riflettori, ogni sua parola era soppesata con estrema cura, ogni suo movimento era spiato dall’alba al tramonto. In poco più di dieci anni da che aveva cominciato quella professione, Tom non era riuscito a farsi uno straccio di amico e nemmeno un compagno che lo potesse sostenere nelle difficoltà quotidiane o semplicemente lo attendesse sveglio al ritorno da una dura giornata trascorsa sul set. Tom era solo. L’unica presenza costante della sua vita era Patrick. Di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Portò a termine gli impegni contrattuali. Poi abbandonò la California e si trasferì in un lussuoso attico a New York. Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto. Complice la solitudine, per i primi tempi nella nuova città scelse una frenetica vita mondana. Nei molti gay club della metropoli Tom ci trascorreva le notti, intrecciava nuove conoscenze, sperimentava i propri desideri senza nascondersi più, pubblicizzava in maniera costante e con chiunque la presenza di Patrick nella sua vita. I primi anni newyorkesi trascorsero veloci. Non lavorando più, la fama conquistata stava declinando con rapidità. Una parte di Tom si stava abituando a convivere con Patrick. L’altra parte invece fremeva per escogitare un sistema efficace per toglierselo dai piedi.

Quell’anno New York era in fibrillazione. A giorni le sale della città e dell’intero paese sarebbero state invase dal film più chiacchierato del momento. Raccontava di vicini di casa dall’apparenza innocua che si rivelavano satanisti. Protagonista ne era la città stessa, autentico personaggio di quello che sembrava una sorta di sinistro omaggio da parte di un regista polacco in rapida ascesa. Prima di essere un film, quella storia era stata raccontata da un romanzo di grande successo. L’opera di un newyorkese di talento che senza rendersene conto aveva trasformato i riti satanici in un fenomeno alla moda. La sera in cui la pellicola uscì finalmente nei cinema, Tom fu tra i primi spettatori a vederlo. Pur non avendo ancora letto il libro che lo aveva ispirato, Tom era curioso di vedere quel film. Tom aveva sempre amato andare al cinema, soprattutto ora che più nessuno lo riconosceva se faceva la sua comparsa in un luogo affollato come una sala cinematografica. C’era il pienone quella sera, per lui non era un problema. Si accomodò, accanto a lui immancabile si trovava Patrick. Le luci si affievolirono lentamente. Buio. Cominciò la proiezione. Già a metà film, Tom ebbe il presentimento di trovarsi di fronte a una rivelazione. Anzi, forse le rivelazioni erano due, occorreva però che si concentrasse sulla prima e nascondesse la seconda agli occhi indagatori di Patrick. A film terminato, mentre passeggiando rientrava a casa, si rese conto che anche lui avrebbe potuto scrivere una storia simile a quella a cui aveva appena assistito. Sì, ne sarebbe stato capace. Anche Patrick ne era certo e diede il suo appoggio a Tom. L’indomani mattina Tom si presentò nella libreria dove era solito rifornirsi e acquistò il romanzo che aveva ispirato il film visto la sera prima. Prima di rientrare si fermò al tavolino di un locale, bere qualcosa e sfogliare il volume. Mentre i suoi occhi sostavano su quelle pagine, senza essere notata da Patrick la sua mente valutava circospetta la seconda rivelazione. Se interpretando altri da sé al cinema non era riuscito a liberarsi di Patrick, forse attraverso la finzione romanzesca sarebbe riuscito a ingabbiarlo e poi a farlo fuori. Tom sorrise, attorno a lui in quel caffè nessuno poteva immaginare che quell’uomo ancora pieno di fascino avesse appena programmato un omicidio in piena regola. Nemmeno Patrick questa volta se ne era reso conto e guardando intensamente Tom contraccambiò il suo sorriso con una carezza. Tom lesse il romanzo quella notte stessa. Dopo poche ore di sonno, nel pomeriggio era già al lavoro sulla storia che intendeva raccontare. La cittadina del New England in cui era nato ne sarebbe stato il palcoscenico. Gli anni ’30 della sua infanzia avrebbero ospitato alla perfezione la vicenda di due fratelli. Troppo legati, uno dei due sarebbe dovuto morire prima di uccidere ancora. Quale dei due era il fantasma?

Una volta uscito nelle librerie, il romanzo di Thomas Tryon fu un inaspettato trionfo. Al punto che anche quello diventò in fretta un film. Si trattava della seconda vita di Tom. Il suo nome era tornato alla ribalta e sulle pagine dei giornali non si faceva che parlare dell’ex divo di Hollywood diventato uno scrittore di successo. Tom era di nuovo sulla bocca di tutti, non si faceva che insistere sul suo talento. Si attendeva una nuova opera a breve. Tom non si sarebbe fatto attendere a lungo. Patrick era malconcio, ma era ancora una presenza. Troppo tardi aveva intuito che Tom aveva tentato di ammazzarlo con quel romanzo e avrebbe continuato a scrivere di loro due fino a quando Patrick non fosse definitivamente morto.

Alex Marcolla

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