Episodio 51. Al mare che ingoia
In cui Stefania Castella legge e ama
Che io sia amato
Che tu sia amato
Che egli sia amato…
Mamma cos’è l’amore?
L’amore? È una cosa che esiste e basta
E come si fa ad essere amati?
Una ninna nanna si allarga nella notte. Io ti cullo nella pancia tonda. Tu nascerai io verrò al mondo.
Ti stringo forte per salvarmi. L’urlo che sarà pianto della vita che nasce mi costringerà a vivere anche quando non vorrò anche quando non potrò.
Una ninna nanna si muoverà anche dopo di noi avrà il ritmo dell’onda, vincerà la notte, vincerà la morte.
Ti stringerò quando dovrò lasciarti andare. Mi stringerai la mano per chiedere perché.
Ti stringerò più forte come se nell’abbraccio potessi salvarci più forte dall’onda dal freddo e dal buio con la pancia sottosopra con gli occhi spalancati con la nebbia che nasconde.
Ho visto acqua scendere dagli occhi e non era che pioggia.
Ho visto nevicare sulla terra e non era che cenere.
Fuoco sulla pelle che non era sole.
Ti stringerò più forte urlando che sono viva anche quando non avrò più voce
Sceglierò veloce le tue scarpette migliori una borsa dove infilare il futuro una forcina dove terrò i capelli. I tuoi che ti ho lasciato crescere per afferrarti quando mi scapperai dalle mani. Ti darò qualcosa con cui scaldarti qualcosa per coccolarti, qualcosa per non scordarti chi sei
Ti stringo più forte e ti cullo a un ritmo che riconosci mentre piangiamo e l’onda si ritira. L’acqua sembrava la salvezza ma ci hanno lasciato a terra tra la sabbia e la polvere e mi maledico per non averti saputo lasciar andare poggiata tra le braccia di altre braccia che non sono le mie. Ma siamo una cosa sola e siamo rimaste a terra io e te.
Che ne sarà di noi?
La notte è passata su barchette di carta rivoltate dal mare con dentro il sogno e la speranza di una vita che spera. Abbiamo guardato finché non era troppo piccola per stanarla tra le onde. E le voci dicono che non arrivò mai. Così restiamo sopravvissuti di un attimo che non era il nostro. Che ne sarà di noi? Tra le parole di chi ci urla contro: “State a casa vostra” Ma non c’è più casa e non ci sono più cose da stringere o conservare destinandole al futuro. La casa brucia il mare affoga. Noi restiamo riva ma tenteremo ancora perché una casa in fiamme non scalda e il mare è ricordo e illusione di un dolore che non conosci finché non ti ingoia.
Ti cullo nella notte infinita di un momento che ci toccherà. Aspetto, aspetto. Ti stringo non è ora, non è ancora. Il salto che faremo lo faremo insieme e sbatterà contro le onde. Contro il legno consumato dal sale le parole che faranno ancora più male.
Che noi siamo amati
Che voi siate amati
Che essi siano Amati.