Ricordo ogni istante di quando ci hanno presentato. Eri così decisa, con quegli occhi che si perdevano dietro occhiali da sole enormi. Appena mi hai guardato hai capito che ero uno da salvare. E io appena ti ho guardata ho capito che avrei potuto ricominciare. Le labbra sottili e sempre chiuse in una smorfia a indovinare sempre la parola giusta al momento giusto. Anche se spesso preferisci non rispondere.
Ecco, se devo ricordarmi di una cosa che mi ha sempre fatto impazzire, sono i tuoi silenzi. Hai sempre detto che i silenzi valgono più delle parole. Hanno un peso, dicevi, il silenzio che ha un peso! Te lo immagini! È troppo tempo che sono rimasto in silenzio, io. Avrei voluto dirtelo prima. Avrei voluto parlarti a voce.
Ma tu non me ne dai la possibilità. La tua presenza è ingombrante. Le tue idee sono così opprimenti che non riesco a parlare. Anche la tua assenza è ingombrante. Direi, insopportabile. Per questo preferisco scriverti.
È da un po’ che sto male. Sono depresso forse, sono apatico, sono il classico inetto. Non posso farci niente, neanche tu puoi farci niente. Nessuno può cullare la mia solitudine. Mi piaceva quando mi abbracciavi con le tue braccia sode e vigorose e dicevi che mi avresti cullato. Che ti saresti presa cura della mia anima disgraziata. Non credo che tu ci sia riuscita. Ma non te ne faccio una colpa. Semplicemente la mia è un’inquietudine senza via d’uscita. Quando ho lasciato la mia ex moglie per te credevo che le tue braccia lunghe sarebbero bastate ad avvolgermi. I tuoi sorrisi sarebbero bastati a rasserenarmi, i tuoi fianchi sarebbero bastati a tenermi ancorato. Invece mi sono perso, di nuovo e di nuovo. Non si esce più dall’angoscia. È sempre più forte.
L’hai sempre saputo, sono un uomo che dice sempre “sì ok”, non riesco ad avere opinioni, non so scegliere, non so decidermi. Mi limito a seguire sempre le decisioni degli altri con una particolare inflessione di voce che ti infastidisce, che ti sembra ti stia prendendo in giro. E so che ti sembro uno a cui piace giocare il ruolo dell’uomo depresso. Invece io non interpreto nulla, sono proprio così, un impiegato licenziato dal secondo giorno, un cuoco atroce che al massimo apre scatolette di tonno, un casalingo terribile che innaffia troppo le piante, un uomo di casa organizzato nella sua solitudine e perso nella sua emarginazione. Insomma sono proprio quel classico uomo capace di scomparire senza lasciare traccia.
Scusami, devo confessarti che ho provato anche a tradirti, a cercarti in un corpo più giovane. Non ti offendere, ma una ragazza mi ha detto di amare le mie rughe ai lati della bocca. Non avevo mai fatto caso alle mie rughe, prima che me lo dicesse lei. Credevo che il suo amore per le mie rughe sarebbe bastato a fare in modo che l’angoscia che mi spinge a cercare sempre altro si placasse. Invece le cose sono peggiorate, lei ha posto delle condizioni, non voleva essere l’amante e non voleva che io continuassi a stare con te. Questa condizione mi è sembrata insopportabilmente ingiusta nei tuoi confronti.
Ma è finita, cara, è finita, puoi smettere di sorridere di quel tuo sorriso nervoso, ora. Ho il cuore che mi scoppia e la testa occupata da residui che si accumulano. Non riesco a liberarmene. Inciampo. Mi manca il respiro. Proprio in questo momento avrei bisogno di una tua canzone, una di quelle che canti ad alta voce, con la tua voce calda e stonata. Avrei bisogno di stendermi sulle tue gambe e di sentire le tue carezze a rassicurarmi. Ma è finita, niente più parole sussurrate, niente più pensieri rassegnati, potrai gridare che ti sei liberata di un peso. Non cercare di starmi più vicino perché mi fermo qui. Sappi che ci ho creduto però, ho creduto di poter ricominciare.
È che di colpo mi sono risentito nella patina di una polaroid. All’improvviso mi sono sentito giudicato da quel tuo sguardo spietato e indisciplinato, da quella tua forza incredibilmente agile. Tu riesci ad essere stabile e non puoi farci nulla con il mio smarrimento. E io voglio che tu sappia, che qualsiasi cosa accada, non smetterò mai di amare nel modo in cui ti ho amata da quando ti ho conosciuta. E questo modo di amarti non morirà mai. Ma non mi mancherà.
Mi mancherà piuttosto non poterti sentire più mentre ti lamenti del tuo sedere pieno e morbido, non poter cogliere più il tuo sguardo sulle cose e sulle persone, leggere i tuoi versi trascritti negli angoli dei libri; le tue mani dolci quando vuoi chiudermi gli occhi, il tuo modo di aggiustare i cuscini la mattina, il tuo addormentarti sul divano; svegliarmi la mattina e vedere la tua forma nel letto, la tua voglia improvvisa di preparare dolci, il modo in cui sbucci le arance e quanto ti piace odorarti le dita dopo averle sbucciate, il tuo guardare fuori dalla finestra per trattenere la luce, tutto questo mi mancherà.
Ma sarebbe impossibile continuare a far finta di niente. Tu con la tua voglia di vivere e io con la mia voglia di affondare, di perdermi, di rompermi.
Voglio che sia tu a trovarmi. Ricordati che avrei tanto voluto che le cose andassero diversamente.
Abbi cura di te.
❤️