Salvator Rosa, il genio briccone, maestro ribelle di sprezzatura

O taci, o dici qualcosa che sia migliore del silenzio Non mi è mai piaciuto fare critica letteraria, l’ho sempre trovata un’attività per passare il tempo in giardino a primavera quando non hai i piedi per andare in giro, e l’ho sempre tenuta a distanza con la convinzione che la si faccia con due scopi molto bassi: esaltare o distruggere. Non fa per me la … Continua a leggere Salvator Rosa, il genio briccone, maestro ribelle di sprezzatura

Il Rimbaud di Brooklyn, o di questi geroglifici, l’unica prova di essere stato al mondo

Sarton mi racconta di come la gentrificazione è iniziata alla grande a New York dopo l’attacco alle torri gemelle. L’orrore, frenesia e solidarietà intense di quel giorno fecero di lui un newyorkese. È una domenica calda e ventilata a Wagner Park North. Da qui si gode una splendida vista del porto. Condivido una pizza con Sarton, organizzatore del congresso di psicologia, che ora si corregge. … Continua a leggere Il Rimbaud di Brooklyn, o di questi geroglifici, l’unica prova di essere stato al mondo

Sono donna, sono sbagliata, sono cancellata

In un momento è diventatoun giorno di spine.Osservavo, a crepapelle,voci di ragazzeche sistemavano i quaderni con mani agili,camminavano con fianchi snelli,sollevavano la sabbia con passi lenti. Era un bel mattino,dietro le palpebre c’erano paroledi orizzonti immaginati, carriere sognate, amori sussurrati. Poi sono rimasta immobile, con la mia ciocca di capellidavanti agli occhi. Intorno, da ogni parteil cielo capovolto e davanti solo polvere.E ho visto le … Continua a leggere Sono donna, sono sbagliata, sono cancellata

Il sogno incompiuto di Stéphane Mallarmé, “Perché si torna sempre quel che siamo stati, in fondo”

Parigi è il luogo natio da ricordare per biografi attenti, è il 18 marzo 1842, mi trovo in rue de Laferrière. Magari fosse tutto facile, venire al mondo, piangendo o non piangendo poco importa, trovare intorno un po’ di felicità, attenzione, un briciolo d’amore, questo conta. Mia madre muore che ho appena cinque anni, per tutta la vita rincorro la sua immagine nei versi, nei … Continua a leggere Il sogno incompiuto di Stéphane Mallarmé, “Perché si torna sempre quel che siamo stati, in fondo”

Le molte vite di Siegfried Sassoon, enigmatico poeta inglese: una benedizione senza confini

Non ricordo quando ho cominciato sul serio a non prestare più attenzione al giudizio degli altri. Forse è trascorso troppo tempo o forse è stato nel momento in cui il brusio che ci circonda ogni giorno è diventato un frastuono assordante, echeggiando opinioni non richieste e giudizi lapidari che si sono identificati in via definitiva con la libertà di fare il maggior male possibile al … Continua a leggere Le molte vite di Siegfried Sassoon, enigmatico poeta inglese: una benedizione senza confini

Helga Novak, o della poesia che nasce nell’abbandono

Osservando a caso una delle fotografie nelle quali compare, Helga Maria Novak ci restituisce una duplice immagine. Gli occhi vigili, una fronte fiera e degli zigomi arcaici la mostrano come avversaria temeraria e indomabile. Con maggiore attenzione si scorgono nelle profondità di quello sguardo crepacci scivolosi, slavine imminenti pronte a travolgerti e una fragilità senza scampo. La vita di Helga Maria Novak, una delle più … Continua a leggere Helga Novak, o della poesia che nasce nell’abbandono

Pablo Neruda un lucido stupratore nel suo racconto autobiografico

Ho spesso scritto e parlato d’amore. L’ho vissuto e lo vivo, lo provo e l’ho provato. Come tutti. Ne ho letto, moltissime volte, nelle più svariate declinazioni. Gli amori cavallereschi mi hanno sempre affascinato assai più di quelli mitologici e romanzeschi; come anche i canzonieri. Ma se mi fosse dato di fare un solo nome, al di sopra di tutti i molteplici possibili, per incarnare … Continua a leggere Pablo Neruda un lucido stupratore nel suo racconto autobiografico

L’ultimo cantastorie di una cultura millenaria: Ignazio Buttitta e l’emigrazione meridionale

Nun sugnu pueta Nun pozzu chiancirica l’occhi mei su sicchie lu me coricomu un balatuni. La vita m’arriddussiasciuttu e mazziatucomu na carrittata di pirciali. Non sugnu pueta;odiu lu rusignolu e li cicali,lu vinticeddu chi accarizza l’erbie li fogghi chi cadinu cu l’ali;amu li furturati,li venti chi strammíanu li negghied annèttanu l’aria e lu celu. Non sugnu pueta;e mancu un pisci greviud’acqua duci;sugnu un pisci mistinuabituatu … Continua a leggere L’ultimo cantastorie di una cultura millenaria: Ignazio Buttitta e l’emigrazione meridionale

Lettere al padre: versi scelti

Le tegole Scroscia lentanella nottela pioggiadi Novembre. S’insinuatra le tegole rossedi quella casadove,piccolo grovigliodi capricci,ti aggiraviper i poggi desolati. T’incanti davantiai gatti chearrendevolisi scambiano sguardi. Ti meraviglidella lepre furtivache vorticosamentes’avvicinaal pollaio. Ogni anticorumoreappareper la primavolta. Bambino Bambino correvitra le distesedi rose,abbracciatoall’orodelle mimose. Piccola animaingenua,calpestaviil muschio ches’aggiravaselvatico. Muto,tra il castanodella terraspoglia. Raccontami ancora Raccontami ancoradi quando fanciullopasseggiavitra l’odoredelle moreselvatiche. Protesi alle nubigli occhitimorosi,presagio nefastodi labiligocce. Infinegiungevala … Continua a leggere Lettere al padre: versi scelti

Giorgio Caproni: Tutto è relativo, la realtà è la più grande delle utopie

Quando si parla di reale ci si deve soffermare in prima linea sul triplice significato che questa parola ha al suo interno. Il reale, infatti, è costituito, come magistralmente afferma Agnés Varda (regista e fotografa belga) durante un’intervista con Cecilia Mangini (prima documentarista italiana) da: reale stesso, realtà e rappresentazione del reale. Giorgio Caproni, poeta novecentesco troppo spesso dimenticato dalle antologie scolastiche, sapeva perfettamente cosa … Continua a leggere Giorgio Caproni: Tutto è relativo, la realtà è la più grande delle utopie

Nedzad Maksumic, ovvero la poesia è una roba serissima, quella di guerra è quasi sacra

Nedzad Maksumic è un poeta sopraffino.Il disincanto e l’ironia che contraddistinguono i suoi versi sulla guerra lo rendono unico, a tratti spietato, a momenti lucidamente, beffardamente e consapevolmente cinico.Nel proliferare pubblico di versi sulla o contro la guerra, in questo momento storico in cui ci preoccupiamo, e giustamente, per le vicende russo-ucraine, il fenomeno della tautologia da tastiera imperversa nelle raffiche di significanti sparate senza … Continua a leggere Nedzad Maksumic, ovvero la poesia è una roba serissima, quella di guerra è quasi sacra

Il mio cuore di lunedì. Rileggendo la poesia di Wislawa Szymborska

Oggi mi sono conquistata la mattina, un pezzo della giornata di cui sono stata a lungo deprivata fra scuola prima, e lavoro poi, rimangiata nella consuetudine di gesti ripetitivi.La tendenza ad arrivare tardi la mattina l’ho coltivata per anni come minimo atto di rivolta alla schiavitù di un sistema che ci incatena alla fissità. Da quando devo accompagnare mio figlio a scuola ovviamente sono cambiata. … Continua a leggere Il mio cuore di lunedì. Rileggendo la poesia di Wislawa Szymborska

Stiamo qui per cantare l’infinita bellezza del mondo, ma anche la desolante nullità dell’uomo

Quando sei immerso nel tuo mondo letterario non è tanto per dire, ci sei davvero dentro fino al collo, anzi, con tutta la testa. Perché noialtri non respiriamo col naso e la bocca. Dell’aria, non ce ne facciamo quasi nulla. Il poeta è vivo solo quando nuota nella sua birra, nel suo assenzio, nel suo vino, quei dolci nettari di cui i grandi del mondo … Continua a leggere Stiamo qui per cantare l’infinita bellezza del mondo, ma anche la desolante nullità dell’uomo

Wisława Szymborska: La poesia del silenzio stupefatto

Sguardo dolce e acuto, capelli bianchi, eleganza semplice, una piccola signora d’altri tempi, abbiamo imparato a conoscerla così, schiva alle domande dei giornalisti, decisa a rimanere in silenzio, un’assenza di suono che ritroviamo nelle sue poesie, come parte fondante della loro creazione poetica: «Per me la poesia nasce dal silenzio», quello del foglio bianco. Dieci anni fa moriva Wisława Szymborska, nata a Kórnik in Polonia … Continua a leggere Wisława Szymborska: La poesia del silenzio stupefatto

Paul Éluard: L’amore è scandaloso, è un azzardo, un salto nel buio

Paul Éluard è un surrealista atipico, che non si lascia sedurre dalle lusinghe del sogno, dell’inconscio, né dai giochi di parole. Marxista utopista può essere definito dal punto di vista politico, ma senza perpetuare l’errore di critici e intellettuali novecenteschi che, intruppati in un’ideologia irrigiditasi nel suo percorso storico, non riuscirono a leggere fino in fondo la carica rivoluzionaria della poesia eluardiana. L’ideologia non è … Continua a leggere Paul Éluard: L’amore è scandaloso, è un azzardo, un salto nel buio

Poesia per mia madre

Madre, morta da solamadre, che ridevi con gli occhi gonfiche rassicuravi i tuoi pazientimentre toglievi il disturbo, discreta. Madre segreta di un popolo interomadre silente, madre penosamadre, che aspettavi il tuo turno senza paura. Nei campi al paese ora corrisulla tua bicicletta di onice e avorio nei vicoli antichi di pietre e ortichescivoli forte col tuo bel viso. Madre tra tutte la più premurosache mi curavi … Continua a leggere Poesia per mia madre