Una notte, al telefono con Joan Baez
Il telefono squilla. Joan accende la luce, guarda la sveglia e maledice chiunque la stia chiamando. Continua a leggere Una notte, al telefono con Joan Baez
Il telefono squilla. Joan accende la luce, guarda la sveglia e maledice chiunque la stia chiamando. Continua a leggere Una notte, al telefono con Joan Baez
Così, mentre Carlo era sul punto di tornare indietro, tirando calci ai sassi sparsi qua e là, dei passi si affrettavano per la via. Era l’inconfondibile rumore di tacchi che tante volte aveva udito in casa, quando la madre e la sorella rientravano da lavoro. Continua a leggere L’amore della Vecchia
La piazza a quell’ora del giorno era quasi vuota. Le panchine erano per lo più occupate dai vecchi che discutevano di quanto fosse sporca e mal ridotta quella zona, inammissibile continuare a tollerare tanta incuria nella gestione dei luoghi pubblici. Continua a leggere Abramo entra in chiesa
Per disgrazia o per fortuna “raccatto” libri, li prendo dovunque: dalle biblioteche quando sono in omaggio, dai mercatini, online, offline, dai siti dell’usato, in prestito, in regalo… Insomma, dovrei cominciare a darmi una regolata. Continua a leggere Marina Cvetaeva: Fuori dal tempo, in ascolto…
Capita di avvertire dolore, rabbia, gioia, letizia, godimento quando leggiamo un testo o vediamo un film o guardiano un’opera d’arte: è grazie a qualcosa che chiamiamo empatia. In parole povere, si tratta di sentite ciò che l’altro sente, in uno stato che si potrebbe definire fusionale. Continua a leggere Il potere commerciale dell’empatia negativa
Un giorno, mentre ero nello studentato che ha ospitato i miei ultimi due anni di università, ho sentito la mia vicina dire al telefono che “I cantanti sono gli attuali poeti”. È una frase che mi è rimasta dentro e alla quale penso spesso. Continua a leggere Il lato B di Francesco Guccini
La campagna, vista dal treno, era una imponente macchia verde e gialla, che a Goffredo Parise ricordava alcuni vecchi quadri visti tanti anni prima a Parigi, in una viuzza che aveva l’odore stagnante della povertà e della malattia. Continua a leggere Fuori da tutto. Sulla figura anticonformista di Goffredo Parise
A volte non guardiamo alla struttura di un romanzo perché siamo totalmente presi dalla storia che stiamo leggendo. Però, se facciamo caso a certi particolari, possono sorgere domande interessanti, che non potranno avere alcuna conferma, a meno che l’autore non ne parli esplicitamente. Continua a leggere “Il sentiero dei nidi di ragno” e “Una questione privata” oltre la Resistenza
Solitamente la fine di una serie tv, di un film o di un romanzo produce in me una strana apatia che segna quel momento proprio di ciascuno che termina una storia: Continua a leggere La fantascienza come desiderio di un altrove o etichetta di genere?
Ho terminato di leggere L’edera di Grazia Deledda nella Cattedrale di San Marco, a Latina. Era una giornata grigia e l’idea di leggere le ultime trenta pagine in completo silenzio mi affascinava perché sentivo che il tema ben si accordava con l’atmosfera che sempre mi dona un luogo spirituale. Continua a leggere Il problema di Dio
Leggere due delle ultime raccolte di Umberto Saba – Uccelli del 1948 e Quasi un racconto del 1951– fa male. Spesso ce lo raffiguriamo con la coppola e la pipa, proprio come dovrebbe essere un poeta. Ma su Youtube c’è un video che risale al 1956, in cui l’autore triestino legge il proprio Canzoniere. Potrebbe essere una persona qualsiasi: vecchio, stanco e malato. Potrebbe essere … Continua a leggere La visione ornitocentrica di Umberto Saba
La nonna di un ragazzo al quale faccio ripetizioni mi offre un dolce: “È del mio paese”, mi dice con una punta di orgoglio. Sono quelli che dalle sue parti vengono chiamati “strufoli” ma che altrove sono dette “castagnole”. Pasta fritta con zucchero, solo che nella sua ricetta l’impasto ha anche del formaggio. Il ragazzo ne mangia più di uno e chiede, a bocca piena: … Continua a leggere Un paese ci vuole
In un mite ottobre di qualche anno fa, un professore di filosofia disse che i filosofi non dovrebbero scrivere romanzi, perché i risultati potrebbero essere davvero pessimi. Pronunciò queste parole con fare beffardo e ironico, compiaciuto della propria battuta.Quel professore si guardò intorno cercando consenso tra gli stimati colleghi, i quali, in nome di una pacifica convivenza, decisero di sorridere e annuire. Chi sa cosa … Continua a leggere Superare i limiti della filosofia grazie alla letteratura