Donna seduta su una sedia con un papavero bianco

Donna seduta su una sedia con un papavero biancoper la poeta siriana, Nour Nasra Sulla frontiera di ciò che non soero pronto, ero sempre pronto,a confessarlo, ciò che non so,dalla frontiera su cui attendevoguardavo come sedeva su una sedia,guardavo la sua pelle, i capelli, le mani,la sua postura, trasformavano i miei occhiin un pittore,un Picasso in un istante,i miei occhi erano lui,era il modo di … Continua a leggere Donna seduta su una sedia con un papavero bianco

Preghiera del veilleur de nuit

Io lavoro di notte in un hotel, vedo passare gente allegra e tristeclienti storditi dal fuso orario, sorridenti coi denti addossoil cane insegue l’osso, loro inseguono un sogno molto carolo strano disegno ricamato sugli accappatoi, le nottate che passo qui dietro ad aspettare, mi offrono accappatoimi parlano: vuoi anche tu qualcosa di dolce da succhiare? Se vedessi il mare da qui, sarei felice anch’io. Ma … Continua a leggere Preghiera del veilleur de nuit

Ho visto la luce, come quel matto dei Blues Brothers

Ho visto la luce, come quel matto dei Blues Brothersin chiesa con James Brown.Ho visto la luce e forse pure l’incanto dell’oscurità,senza origine e senza fine, queste parole insensate.Ho visto questo danzando con Rangreliin una stanza piena di valigie di sera. Viandanti spaventati e increduli,e tutta questa bellezza,e il nulla che non si può dire,svanire, ah, svanire. Il canto e il silenzio, ondeggiaresu una mattonella … Continua a leggere Ho visto la luce, come quel matto dei Blues Brothers

La visione ornitocentrica di Umberto Saba

Leggere due delle ultime raccolte di Umberto Saba – Uccelli del 1948 e Quasi un racconto del 1951– fa male. Spesso ce lo raffiguriamo con la coppola e la pipa, proprio come dovrebbe essere un poeta. Ma su Youtube c’è un video che risale al 1956, in cui l’autore triestino legge il proprio Canzoniere. Potrebbe essere una persona qualsiasi: vecchio, stanco e malato. Potrebbe essere … Continua a leggere La visione ornitocentrica di Umberto Saba

Sull’altare dell’arte sono morti i più grandi farabutti della storia

Carta per il pesce I rimproveri cambiano voce, padri ai padri, becchini ai becchini.I primi ti hanno accolto, gli ultimi ti saluterannoschiacceranno il meno tre. Nel mare di ratti migliori di te, sulla stradaun’altra giornata puzza di alito biancolo stanco vecchio prova a spiegarti l’amoreil priore, dopo la messa, scuote il capoin un grappolo di dita appese al ramolontano, dietro ai campi, il lampo ti … Continua a leggere Sull’altare dell’arte sono morti i più grandi farabutti della storia

L’hobby del sonetto e il disperato tentativo di opporre l’ordine al caos

Oggi parlerò di una storia d’amore: quella tra Pasolini e Ninetto Davoli; parlerò soprattutto di come terminò negli anni tra il 1971 e il 1973 e lo farò a partire dal canzoniere dedicato da Pasolini a Ninetto e scritto proprio in quel periodo disperato.L’hobby del sonetto è un libro poco noto, un libro in cui il poeta consegna al metro a lui più caro l’angoscia … Continua a leggere L’hobby del sonetto e il disperato tentativo di opporre l’ordine al caos

Storia di un pugile e un poeta

Quando gli agenti si avvicinarono al fagotto di stracci che giaceva in un angolo della 42esima, sulle prime non compresero che si trattava di una persona. Se ne resero conto solo quando quel mucchietto di ossa tremolanti si lasciò scappare un flebile sospiro. Sarà un moccioso, pensò uno dei poliziotti. L’ennesimo vecchio ubriacone, si lasciò sfuggire un altro uomo in divisa. Solo quando lo aiutarono … Continua a leggere Storia di un pugile e un poeta

Una pioggia fredda di gennaio

Una pioggia fredda di gennaio Il crescendo del tin-tap-tin annuncia la sua venutae invita ad alzare gli occhida una pagina scrittaverso il film fuori della finestra. Nei colori sottili della tela d’invernoun’ombra argentea discendee puntella il soffice lagodi innumerevoli ambasciatorisu una precisa traiettoria dall’alto. Non esiste qui una bellezza facilecon dolci cieli azzurrie soli estivi appaganti. Ma in questa scena di pochicolori sbiaditiuno si sente … Continua a leggere Una pioggia fredda di gennaio

Io sono Everett Ruess, il poeta scomparso nel nulla

La mia solitudine è intatta.In alto, le rupi selvagge merlatesplendenti incantatesul turchese del cielo.I silenzi selvaggimi hanno avvolto e vinto. Sono un figlio d’America, Oakland è la mia terra, mia madre si chiama Stella Knight, poeta e artista, proprio come me. Tengo un diario letterario che ho solo dodici anni, vago per la mia classe da un banco all’altro, irrequieto, figlio del vento indomito. Un … Continua a leggere Io sono Everett Ruess, il poeta scomparso nel nulla

Impossibilità. Un omaggio a Wislawa Szymborska

Preferisco gli alberi con i rami storti Preferisco il vento in faccia Preferisco aspettare i treni Preferisco regalare libri Preferisco la paura alle gabbie Preferisco non fermarmi alla copertina Preferisco squarciare il velo Preferisco uscire senza ombrello Preferisco essere presente Preferisco l’ultimo momento Preferisco i romanzi ai quotidiani Preferisco chiudere gli occhi Preferisco le sciarpe avvolgenti Preferisco non dire sempre la verità Preferisco insegnare a … Continua a leggere Impossibilità. Un omaggio a Wislawa Szymborska

Salvator Rosa, il genio briccone, maestro ribelle di sprezzatura

O taci, o dici qualcosa che sia migliore del silenzio Non mi è mai piaciuto fare critica letteraria, l’ho sempre trovata un’attività per passare il tempo in giardino a primavera quando non hai i piedi per andare in giro, e l’ho sempre tenuta a distanza con la convinzione che la si faccia con due scopi molto bassi: esaltare o distruggere. Non fa per me la … Continua a leggere Salvator Rosa, il genio briccone, maestro ribelle di sprezzatura

Il Rimbaud di Brooklyn, o di questi geroglifici, l’unica prova di essere stato al mondo

Sarton mi racconta di come la gentrificazione è iniziata alla grande a New York dopo l’attacco alle torri gemelle. L’orrore, frenesia e solidarietà intense di quel giorno fecero di lui un newyorkese. È una domenica calda e ventilata a Wagner Park North. Da qui si gode una splendida vista del porto. Condivido una pizza con Sarton, organizzatore del congresso di psicologia, che ora si corregge. … Continua a leggere Il Rimbaud di Brooklyn, o di questi geroglifici, l’unica prova di essere stato al mondo

Sono donna, sono sbagliata, sono cancellata

In un momento è diventatoun giorno di spine.Osservavo, a crepapelle,voci di ragazzeche sistemavano i quaderni con mani agili,camminavano con fianchi snelli,sollevavano la sabbia con passi lenti. Era un bel mattino,dietro le palpebre c’erano paroledi orizzonti immaginati, carriere sognate, amori sussurrati. Poi sono rimasta immobile, con la mia ciocca di capellidavanti agli occhi. Intorno, da ogni parteil cielo capovolto e davanti solo polvere.E ho visto le … Continua a leggere Sono donna, sono sbagliata, sono cancellata

Il sogno incompiuto di Stéphane Mallarmé, “Perché si torna sempre quel che siamo stati, in fondo”

Parigi è il luogo natio da ricordare per biografi attenti, è il 18 marzo 1842, mi trovo in rue de Laferrière. Magari fosse tutto facile, venire al mondo, piangendo o non piangendo poco importa, trovare intorno un po’ di felicità, attenzione, un briciolo d’amore, questo conta. Mia madre muore che ho appena cinque anni, per tutta la vita rincorro la sua immagine nei versi, nei … Continua a leggere Il sogno incompiuto di Stéphane Mallarmé, “Perché si torna sempre quel che siamo stati, in fondo”

Le molte vite di Siegfried Sassoon, enigmatico poeta inglese: una benedizione senza confini

Non ricordo quando ho cominciato sul serio a non prestare più attenzione al giudizio degli altri. Forse è trascorso troppo tempo o forse è stato nel momento in cui il brusio che ci circonda ogni giorno è diventato un frastuono assordante, echeggiando opinioni non richieste e giudizi lapidari che si sono identificati in via definitiva con la libertà di fare il maggior male possibile al … Continua a leggere Le molte vite di Siegfried Sassoon, enigmatico poeta inglese: una benedizione senza confini