Dopotutto, ci sono tante consolazioni

Il bar della nave non era ancora pieno di turisti. A giugno incominciava l’alta stagione e di lì a qualche settimana ogni singola fila di sgabelli si sarebbe riempita. Un gruppo di ragazze spagnole stava facendo colazione in un angolo vicino alle grandi vetrate. Erano vestite in maniera troppo leggera e si erano rifugiate sotto coperta, non se la sentivano più di rimanere sul ponte … Continua a leggere Dopotutto, ci sono tante consolazioni

Margherita, la ragazza fragile, la ribelle, la pugile che non si piega

Mia madre mi ha chiamata Margherita perché le margherite sono fiori diffusi, invasivi, resistenti anche quando ti fanno a pezzi, quando pensano che i petali abbiano una risposta ad una domanda. Mia madre scriveva sceneggiature e io mi divertivo a leggerle, interpretarle, mi truccavo, mi vestivo e mi immaginavo un giorno su un palcoscenico. Le ero sempre accanto, anche quando parlavano tra grandi.Cosa vuoi che ne … Continua a leggere Margherita, la ragazza fragile, la ribelle, la pugile che non si piega

Impossibilità. Un omaggio a Wislawa Szymborska

Preferisco gli alberi con i rami storti Preferisco il vento in faccia Preferisco aspettare i treni Preferisco regalare libri Preferisco la paura alle gabbie Preferisco non fermarmi alla copertina Preferisco squarciare il velo Preferisco uscire senza ombrello Preferisco essere presente Preferisco l’ultimo momento Preferisco i romanzi ai quotidiani Preferisco chiudere gli occhi Preferisco le sciarpe avvolgenti Preferisco non dire sempre la verità Preferisco insegnare a … Continua a leggere Impossibilità. Un omaggio a Wislawa Szymborska

Manuela che era sempre stata un po’ fuori posto

“La sua cifra stilistica si muove attorno al bisogno di un’arte esperienziale e performativa; la ricerca dell’artista viene espressa attraverso un’indagine multisensoriale dello spazio, con l’intervento attivo dello spettatore, che diviene spettatore per un coinvolgimento totale sul territorio. L’investigazione su corpo e corpo-luogo, l’abito-corpo, l’abito-ambiente…Mi ascolti? Ti sta piacendo? Va bene quello che ho scritto?”“Sì, ma non credo di voler partecipare a questa mostra…”“La ricerca … Continua a leggere Manuela che era sempre stata un po’ fuori posto

Camminare tra i corpi dei migranti, l’esercito degli invisibili

Corpi distesi, ammassati, rannicchiati, infreddoliti, arrossati, sporchi, coperti, scoperti, bagnati, malati, persi. Cammino lentamente, tra un corpo e l’altro cercando di non far loro troppo male. Cercando di non farmi troppo male. Guardo una bambina che ha fame, che piange, che ha poche forze per reclamare ancora il suo cibo. Un uomo che prega, si alza, si inginocchia, si alza di nuovo. E sussurra le … Continua a leggere Camminare tra i corpi dei migranti, l’esercito degli invisibili

Sono donna, sono sbagliata, sono cancellata

In un momento è diventatoun giorno di spine.Osservavo, a crepapelle,voci di ragazzeche sistemavano i quaderni con mani agili,camminavano con fianchi snelli,sollevavano la sabbia con passi lenti. Era un bel mattino,dietro le palpebre c’erano paroledi orizzonti immaginati, carriere sognate, amori sussurrati. Poi sono rimasta immobile, con la mia ciocca di capellidavanti agli occhi. Intorno, da ogni parteil cielo capovolto e davanti solo polvere.E ho visto le … Continua a leggere Sono donna, sono sbagliata, sono cancellata

Il mio dovere è dire ai miei alunni: siate gli imperativi rivoluzionari di John Lennon

I tessuti fioriti, i jeans a campana, le campiture pop di Andy Wahrol, il femminismo, le minigonne, la giacca di pelle, occhiali giganteschi, borse a tracolla, accessori coloratissimi. Se penso agli anni ‘70 penso al coloratissimo mondo degli hippies. Ma questi anni caratterizzati da creatività e voglia di progresso in realtà si intrecciano a una politicizzazione del quotidiano che porta con sé ferite che sembrano … Continua a leggere Il mio dovere è dire ai miei alunni: siate gli imperativi rivoluzionari di John Lennon

Caulfield Holden: la cosa che più detesto è guardare le cose degli altri

Io sono proprio pazzo. La cosa che più detesto è guardare le cose degli altri. Ma lo faccio lo stesso perché sono vigliacco. Non avrei mai il coraggio di dire che non mi interessano, anzi, che mi fanno proprio vomitare.Tutti hanno la loro vetrina sul mondo e via dicendo. Si tratta sempre di quei social che riempi con le foto e le frasi felici per … Continua a leggere Caulfield Holden: la cosa che più detesto è guardare le cose degli altri

Raymond Carver: ritrovare noi stessi nel racconto della vita degli altri

Uno spazio espositivo scomponibile, un letto, un televisore, un giradischi, una cassettiera, una scala, una porta, due comodini e due lampade di lettura, di lui, di lei. Una casa in cui si varca una soglia che porta in luoghi intimi e personali pur rimanendo all’esterno. Il personaggio del racconto Perché non ballate? di Raymond Carver, dispone tutti i mobili del salotto, della cucina, della camera … Continua a leggere Raymond Carver: ritrovare noi stessi nel racconto della vita degli altri