Gli occhi di Bernice Rubens per scovare il ridicolo del mondo

di Alex Marcolla Bernice era dotata di qualità singolari fin dalla nascita. Prima di tutto c’erano i suoi occhi. Quando la stanza in cui si trovava non era bene illuminata, nessuno dei presenti riusciva a farci caso. Al contrario, quando il sole di una giornata di bella stagione colpiva con la sua luce il viso di Bernice, chi non si lasciava distrarre dai suoi tratti … Continua a leggere Gli occhi di Bernice Rubens per scovare il ridicolo del mondo

La vergogna mi ha ridato una voce

Ho saputo essere acqua: acqua dagli occhi per non parlare, per non saper spiegare, acqua poggiata sul tavolo della cucina nella quale, dalle quindici alle diciotto del pomeriggio, stavo seduta a riassumere il capitolo di un romanzo con la penna blu cancellabile, a guardare indefessa la grafia sul foglio, piccolo confortante mondo in cui nuotare. Continua a leggere La vergogna mi ha ridato una voce

Gli itinerari sognanti di Elsa Morante. La scrittura onirica nel “territorio del Diavolo”

Nelle notti romane, che d’estate sanno di marciume e gelsomino, io penso a Elsa Morante. Elsa, io me la figuro che cammina per le strade del centro e i vicoli di Rione Monti, Trastevere e Testaccio, con gli occhi vigili e sospettosi. Continua a leggere Gli itinerari sognanti di Elsa Morante. La scrittura onirica nel “territorio del Diavolo”

Sylvia Plath: Un’esistenza concepita come corpo letterario

Non era insolito nel 1953 che gli psichiatri statunitensi consigliassero l’elettroshock per curare gravi episodi di depressione, né tantomeno sentire alla radio della condanna a morte di persone coinvolte in fatti di spionaggio. Sylvia Plath in quella calda estate del ’53 non è ammessa al corso di scrittura di Frank O’Connor. Continua a leggere Sylvia Plath: Un’esistenza concepita come corpo letterario

“Vi saluto! Maria, cazzo, Dio!” Colette Peignot, la pestifera, la scrittrice negativa

Morì a trentacinque anni, a causa della turbercolosi, come Simone Weil, Emily Brontë, John Keats e tanti altri. Colette Peignot ci ha lasciato una serie di opere tormentate, segnate da un peccato mortale, da un’infanzia che ruba bambini. Ciò che ha scritto va al di là di qualunque letteratura. Continua a leggere “Vi saluto! Maria, cazzo, Dio!” Colette Peignot, la pestifera, la scrittrice negativa

María Adela Bonavita, o della poesia come espiazione del male

Un secolo fa circa moriva María Adela Bonavita, a Montevideo, una città-patria che nasconde bene, come tutte le metropoli sudamericane, che sa inghiottire, tagliare teste e braccia, che sa amare di un amore malato, ossessivo, visionario, da alcuni definito magico, ma che di magico non ha nulla Continua a leggere María Adela Bonavita, o della poesia come espiazione del male

Camilla, la prima donna che ha denunciato la società degli uomini

Nel Monastero del Corpus Domini di Ferrara, la casa delle Clarisse Francescane, nel mese di maggio del 1622, Camilla Faà Gonzaga decise di prendere i voti. La sua storia, però, non ebbe inizio nel 1622, ma qualche anno prima, quando il suo nome era Camilla Faà di Bruno, figlia del consigliere di corte Arduino Faà, ed era una damigella alla Corte di Mantova. “Ho sacrificato … Continua a leggere Camilla, la prima donna che ha denunciato la società degli uomini

Francesca Serio, donna siciliana, ribelle per amore

A volte la vita oppone personaggi e, con loro, visioni del mondo. Raccontare Francesca Serio significa parlare non solo e non tanto di mafia e lotte contadine nella Sicilia del secondo dopoguerra, quanto di un modo di intendere la giustizia e la società: come privilegio e sfruttamento o come diritto di civiltà. A rappresentare tali opposti, due figure che occuperanno la più alta carica istituzionale … Continua a leggere Francesca Serio, donna siciliana, ribelle per amore