“Vi saluto! Maria, cazzo, Dio!” Colette Peignot, la pestifera, la scrittrice negativa

Morì a trentacinque anni, a causa della turbercolosi, come Simone Weil, Emily Brontë, John Keats e tanti altri. Colette Peignot ci ha lasciato una serie di opere tormentate, segnate da un peccato mortale, da un’infanzia che ruba bambini. Ciò che ha scritto va al di là di qualunque letteratura. Continua a leggere “Vi saluto! Maria, cazzo, Dio!” Colette Peignot, la pestifera, la scrittrice negativa

Lettera agli autori di Articoli Liberi, che in realtà potrebbe essere una lettera a tutti gli autori esistenti

Stamattina stavo scrivendo un’e-mail a un paio di voi, e mentre andavo avanti mi sono reso conto che stava diventando un messaggio universalmente valido, un qualcosa che non è catalogabile tra i decaloghi che iniziano per “Come…” o tra i vari vademecum vomitati a destra e a sinistra da chi vuole farsi vedere perché magari è bello e bravo. Continua a leggere Lettera agli autori di Articoli Liberi, che in realtà potrebbe essere una lettera a tutti gli autori esistenti

María Adela Bonavita, o della poesia come espiazione del male

Un secolo fa circa moriva María Adela Bonavita, a Montevideo, una città-patria che nasconde bene, come tutte le metropoli sudamericane, che sa inghiottire, tagliare teste e braccia, che sa amare di un amore malato, ossessivo, visionario, da alcuni definito magico, ma che di magico non ha nulla Continua a leggere María Adela Bonavita, o della poesia come espiazione del male

Paola Capriolo: “La grande Eulalia” per salvarci dall’odio dell’uomo

Oggi mi sento un uomo piccolo, piegato dagli anni, dall’abbandono, da una colpa mai spiegata e dalla prigionia, rinchiuso in una torre, una torre chiusa da sigilli e da una chiave nascosta nel cassetto della scrivania di qualcuno che non mi odia e non mi ama, ma fa solo il suo dovere. Continua a leggere Paola Capriolo: “La grande Eulalia” per salvarci dall’odio dell’uomo

Preghiera del veilleur de nuit

Io lavoro di notte in un hotel, vedo passare gente allegra e triste, clienti storditi dal fuso orario, sorridenti coi denti addosso, il cane insegue l’osso, loro inseguono un sogno molto caro, lo strano disegno ricamato sugli accappatoi, le nottate che passo qui dietro ad aspettare, mi offrono accappatoi, mi parlano: vuoi anche tu qualcosa di dolce da succhiare? Continua a leggere Preghiera del veilleur de nuit

Camilla, la prima donna che ha denunciato la società degli uomini

Nel Monastero del Corpus Domini di Ferrara, la casa delle Clarisse Francescane, nel mese di maggio del 1622, Camilla Faà Gonzaga decise di prendere i voti. La sua storia, però, non ebbe inizio nel 1622, ma qualche anno prima, quando il suo nome era Camilla Faà di Bruno, figlia del consigliere di corte Arduino Faà, ed era una damigella alla Corte di Mantova. “Ho sacrificato … Continua a leggere Camilla, la prima donna che ha denunciato la società degli uomini

Sull’altare dell’arte sono morti i più grandi farabutti della storia

Carta per il pesce I rimproveri cambiano voce, padri ai padri, becchini ai becchini.I primi ti hanno accolto, gli ultimi ti saluterannoschiacceranno il meno tre. Nel mare di ratti migliori di te, sulla stradaun’altra giornata puzza di alito biancolo stanco vecchio prova a spiegarti l’amoreil priore, dopo la messa, scuote il capoin un grappolo di dita appese al ramolontano, dietro ai campi, il lampo ti … Continua a leggere Sull’altare dell’arte sono morti i più grandi farabutti della storia

Il Colibrì

Il Colibrì è il nome di un bistrot che conoscevo, a Parigi, ed è anche il titolo di un racconto pubblicato sotto pseudonimo ad agosto del 2018, all’interno de La meccanica dei sentimenti. Nella camera 408 del decaduto Hotel Majestic, appena declassato da cinque a quattro stelle dopo i controlli annuali degli organismi di ispezione turistica, Galatea Gubernatis e Gio Marealto stanno progettando la vita. … Continua a leggere Il Colibrì

Il panno rosso è caduto ai piedi della donna zoppa e dell’uomo con la gobba

Sentì suonare. Nessuno aveva quell’indirizzo. Quando sbarcava era un fuggiasco, evitava di dire dove alloggiava, non aveva un recapito fisso. Amici e parenti ci erano abituati.Quando vuole, si fa vivo lui! dicevano.Ora che non c’erano più i genitori, era anche peggio. Era un immigrato nella sua città.Il citofono suonò con l’ingenuità di un bambino che entra in una casa senza sapere chi ci vive. Per … Continua a leggere Il panno rosso è caduto ai piedi della donna zoppa e dell’uomo con la gobba

Salvator Rosa, il genio briccone, maestro ribelle di sprezzatura

O taci, o dici qualcosa che sia migliore del silenzio Non mi è mai piaciuto fare critica letteraria, l’ho sempre trovata un’attività per passare il tempo in giardino a primavera quando non hai i piedi per andare in giro, e l’ho sempre tenuta a distanza con la convinzione che la si faccia con due scopi molto bassi: esaltare o distruggere. Non fa per me la … Continua a leggere Salvator Rosa, il genio briccone, maestro ribelle di sprezzatura

La strage dei libri ruffiani per la salvezza dell’animo umano

Ecco una delle possibili interpretazioni di questo dipinto, allegorico e visionario. Quella a cavallo è la Storia, la si riconosce dalla lama affilata e la fiamma accesa della sacra torcia, pronta a incendiare il petto di chi la leggerà. In basso vediamo gli scrittori ruffiani, che si contorcono per contendersi l’attenzione della Storia, scegli me, baciami, trafiggimi con la tua spada e ti sarò fedele … Continua a leggere La strage dei libri ruffiani per la salvezza dell’animo umano