La lettera di Neal Cassady che diede a Kerouac l’impulso a scrivere come avrebbe scritto

Neal è l’inizio (di tutto) – e anche la fine (di tutto) – in mezzo la lettera di 16000 parole scritta a Jack Kerouac nel 1950 senza pensare, senza correggere, così di getto. “Quella lettera” senza la quale nè Kerouac nè Ginsberg sarebbero esistiti come scrittori, perché Jack non avrebbe imparato a scrivere da Neal e Ginsberg non lo avrebbe imparato da Kerouac. Continua a leggere La lettera di Neal Cassady che diede a Kerouac l’impulso a scrivere come avrebbe scritto

Le lettere segrete tra Camilla Faà e Ferdinando Gonzaga. Un omaggio postumo alla censura italiana

Dobbiamo aspettare fino a giovedì? Impazzirò al pensiero di non averti stasera, qui, dentro di me. Ferdinando…Oggi mi hanno fatto un massaggio, fuori c’era la musica, la gente urlava, ma nella mia stanza sentivo soltanto il lento strofinio delle mani che scorrevano sulla pelle, l’olio era caldo e mi faceva il solletico all’inizio, poi ho chiuso gli occhi e ho immaginato che fossero le tue … Continua a leggere Le lettere segrete tra Camilla Faà e Ferdinando Gonzaga. Un omaggio postumo alla censura italiana

Quincas Borba: “Ai vinti odio o compassione; ai vincitori, le patate”

PremessaQuincas Borba era un folle visionario, un personaggio letterario memorabile perché delle sue idee (condivisibili da nessun individuo sano di mente), anzi, da tutte le sue parole, traspare qualcosa che ormai non esiste più: l’individuo, con le sue manie, le sue paure e la sua incredibile capacità di non prendere nulla sul serio.Quello che segue è un breve estratto della sua storia, o di quella … Continua a leggere Quincas Borba: “Ai vinti odio o compassione; ai vincitori, le patate”

Geneviève Makaping come Jhumpa Lahiri, per raccontare in italiano lo sguardo migrante al femminile

La donna che non accetta, che dice no, è questo il significato recondito del nome della scrittrice camerunense Geneviève Makaping, è lei stessa a svelarcelo all’inizio del suo saggio autobiografico dal titolo incisivo di Traiettorie di sguardi. E se gli altri foste voi? Geneviève Makaping è una donna perfettamente integrata nella realtà italiana, nella quale vive dal 1988, qui ha conseguito il dottorato di ricerca … Continua a leggere Geneviève Makaping come Jhumpa Lahiri, per raccontare in italiano lo sguardo migrante al femminile

Authorship and authority: Frankenstein and its French translation

Is Frankenstein the work of one author alone? In that question, two words need defining: “work” and “author”. First, a work is not just a book, not just a novel; it is above all an entity composed of many things, including the productions derived from the original text. In the case of Frankenstein, the novel was the first version of the work. Frankenstein as a … Continua a leggere Authorship and authority: Frankenstein and its French translation

Io sono il nido della vita, sono il seme inviolabile, sono il cuore millenario della mela

Mi chiamo Silvana, ho trentanove anni e vivo a Montevideo, più precisamente nel barrio Nueva París. Qui sono nata e cresciuta, e qui ho trascorso momenti terribili e meravigliosi.È un quartiere molto umile, ma grazie alla solidarietà del vicinato ho imparato ad amarlo così com’è: un simbolo della produttività di altri tempi, con le sue fabbriche e le sue concerie ormai chiuse. Un letto per … Continua a leggere Io sono il nido della vita, sono il seme inviolabile, sono il cuore millenario della mela

Storia di Niara, schiava vergine venduta ai bianchi

Sono Niara. Sono africana. Sono nera.Il mio nome è di origine swahili, significa “colei che ha grandi propositi”, e ne avevo, prima che il mio padrone mi uccidesse. Fui venduta moltissimi anni fa a dei bianchi che mi tennero come schiava in una missione europea, in Spagna più precisamente. Lavoravo notte e giorno, ricordo che ero giovane e bella, e vedevo con molta pena le … Continua a leggere Storia di Niara, schiava vergine venduta ai bianchi

Nomi e cognomi

C’è un romanzo di José Saramago che ho riletto varie volte, s’intitola Tutti i nomi. Il protagonista è un impiegato del catasto, lavora in un immenso edificio in cui sono custoditi i dati dei vivi e dei morti, interi corridoi strapieni, un labirinto oscuro, quasi metafisico, un intrico di migliaia di faldoni, innumerevoli dati anagrafici in cui lui si immerge ogni giorno un po’ di più, … Continua a leggere Nomi e cognomi

Juan Rodolfo Wilcock, o della sprezzatura per i beni materiali

Juan Rodolfo Wilcock era uno scrittore argentino, amico di Borges, Bioy Casares e Silvina Ocampo. Ecco come parla di loro in una sua nota del 1967: «Borges rappresentava il genio totale, ozioso e pigro, Bioy Casares l’intelligenza attiva, Silvina Ocampo era tra quei due la Sibilla e la Maga, che ricordava loro in ogni sua mossa e in ogni sua parola la stranezza e la … Continua a leggere Juan Rodolfo Wilcock, o della sprezzatura per i beni materiali

Tradurre un romanzo è un lavoro di ascolto

Portava i capelli corti, un taglio da uomo che si faceva fare espressamente da un barbiere del Panier, rue de l’Evêché, accanto al forno della grossa signora marocchina, dove da bambina rubava le navettes all’anice, Marsiglia, città di gente libera e di capelli liberi, fino all’età di vent’anni non li aveva lasciati crescere. Come tradurre la parola navettes senza spiegare che sono dei biscotti? Perché nel testo … Continua a leggere Tradurre un romanzo è un lavoro di ascolto

Tradurre vuol dire tradire: riflessioni sulla traduzione letteraria

Quando parliamo di traduzione, lo facciamo spesso pensando alla nostra lingua, il nostro paese, il nostro piccolo mondo, e poi alla lingua del testo originale. Ci poniamo cioè in una posizione di non-originalità, come se tradurre, importare un testo, significasse un po’ rubarlo dal suo universo linguistico e prostituirlo al nostro. Ciò che non facciamo così di frequente è pensare a quel testo come a … Continua a leggere Tradurre vuol dire tradire: riflessioni sulla traduzione letteraria