María Adela Bonavita, o della poesia come espiazione del male

di Franco Malanima Un secolo fa circa moriva María Adela Bonavita, a Montevideo, una città-patria che nasconde bene, come tutte le metropoli sudamericane, che sa inghiottire, tagliare teste e braccia, che sa amare di un amore malato, ossessivo, visionario, da alcuni definito magico, ma che di magico non ha nulla, anzi, è per me fin troppo reale, così reale come solo la sofferenza ancestrale di … Continua a leggere María Adela Bonavita, o della poesia come espiazione del male

La fantascienza come desiderio di un altrove o etichetta di genere?

di Edoardo Poli Solitamente la fine di una serie tv, di un film o di un romanzo produce in me una strana apatia che segna quel momento proprio di ciascuno che termina una storia: la malinconia per ciò che non accadrà perché ciò a cui abbiamo assistito o letto rimanda all’impossibile, al fantasma e a ciò che manca e mancherà per sempre.Questa sensazione mi ha … Continua a leggere La fantascienza come desiderio di un altrove o etichetta di genere?