Giò Marealto: “Un uomo solo e una città vuota sono gli amanti più onesti che si possano immaginare”

Misterioso, sfuggente, inclassificabile il protagonista della Meccanica dei sentimenti, Giò Marealto.Flâneur disincantato (“Un ricercatore di nulla” che gira per le strade della città in piena notte in attesa di una folgorante ispirazione); straniero a se stesso (come “l’Uomo di latta nella Città di Smeraldo” non ha un cuore e non sa costruirselo da solo); libertino incorreggibile (“[Marealto] mette il viva-voce. ‘Ti aspetterò già bagnata’, risponde … Continua a leggere Giò Marealto: “Un uomo solo e una città vuota sono gli amanti più onesti che si possano immaginare”

Romain Gary, “Sono figlio di un uomo che mi ha lasciato per tutta la vita in uno stato di incompletezza”

Libera traduzione e trascrizione del documentario Le roman du double, di Philippe Kohly Il Premio Goncourt 1975 è assegnato a Émile Ajar, per il romanzo intitolato La vie devant soi. La critica sembra sorvolare sul fatto che Ajar sia uno sconosciuto, anzi, che non sia neanche un uomo fisico. Émile Ajar… la stampa ha di lui soltanto una vecchia fotografia; è un selvaggio che sfugge ogni contatto, apparentemente … Continua a leggere Romain Gary, “Sono figlio di un uomo che mi ha lasciato per tutta la vita in uno stato di incompletezza”

Breve storia dell’antica arte di fare marchette

Oggi ti devi far notare. Devi saperti vendere per stare sul mercato perché il bancone del pesce puzza assai se non ci spargi di continuo il ghiaccio e qualche spruzzatina d’acqua di mare. Per prima cosa devi smetterla di scrivere libri, perché è un’attività troppo faticosa, fa male alla salute, fa venire il mal di schiena, provoca giramenti di testa, ti impedisce di avere una … Continua a leggere Breve storia dell’antica arte di fare marchette

Infanzia a Napoli: l’odio per chi si ribella alla rassegnazione

Riguardo a Napoli e alla mia infanzia ci sarebbero molti dettagli da rivelare. Ricordo tutto con una certa nitidezza, eppure, allo stesso tempo, mi rendo conto di aver passato tutto questo tempo a cercare di dimenticarmene. Ricordo le strade rumorose, rumori di gente e di cose, una vita in tumulto tra i banchi dei mercati, una musica fatta di note trascinate nelle ultime sillabe delle … Continua a leggere Infanzia a Napoli: l’odio per chi si ribella alla rassegnazione

Quincas Borba: “Ai vinti odio o compassione; ai vincitori, le patate”

PremessaQuincas Borba era un folle visionario, un personaggio letterario memorabile perché delle sue idee (condivisibili da nessun individuo sano di mente), anzi, da tutte le sue parole, traspare qualcosa che ormai non esiste più: l’individuo, con le sue manie, le sue paure e la sua incredibile capacità di non prendere nulla sul serio.Quello che segue è un breve estratto della sua storia, o di quella … Continua a leggere Quincas Borba: “Ai vinti odio o compassione; ai vincitori, le patate”

Stiamo qui per cantare l’infinita bellezza del mondo, ma anche la desolante nullità dell’uomo

Quando sei immerso nel tuo mondo letterario non è tanto per dire, ci sei davvero dentro fino al collo, anzi, con tutta la testa. Perché noialtri non respiriamo col naso e la bocca. Dell’aria, non ce ne facciamo quasi nulla. Il poeta è vivo solo quando nuota nella sua birra, nel suo assenzio, nel suo vino, quei dolci nettari di cui i grandi del mondo … Continua a leggere Stiamo qui per cantare l’infinita bellezza del mondo, ma anche la desolante nullità dell’uomo

Bohumil Hrabal, o il movimento fondamentale del mondo

Mentre Milan Kundera scriveva che la vita è altrove, Bohumil Hrabal riusciva a rappresentare questo “altrove” attraverso il rumore invisibile delle parole, e queste diventavano materia pesante sulle spalle del protagonista del suo libro più tuonante: Una solitudine troppo rumorosa.Quando, nel 1976 circa, Hrabal ha scritto questo racconto, non si è accontentato della prima stesura, né della seconda. L’ha scritto dapprima con lo stile del verso libero di Apollinaire, … Continua a leggere Bohumil Hrabal, o il movimento fondamentale del mondo

Nomi e cognomi

C’è un romanzo di José Saramago che ho riletto varie volte, s’intitola Tutti i nomi. Il protagonista è un impiegato del catasto, lavora in un immenso edificio in cui sono custoditi i dati dei vivi e dei morti, interi corridoi strapieni, un labirinto oscuro, quasi metafisico, un intrico di migliaia di faldoni, innumerevoli dati anagrafici in cui lui si immerge ogni giorno un po’ di più, … Continua a leggere Nomi e cognomi

Follia fantastica nella Scapigliatura milanese

Premettendo che nei libri di scuola si parla per centinaia di pagine del Manzoni e del Leopardi e si dedica sì e no un paragrafo e mezzo a questo movimento che si oppose in realtà al perbenismo degli autori romantici italiani, alla loro attaccatura morbosa alla donna intesa come oggetto e alla loro maniera di trasformare ogni amore in una specie di tragedia, mi sono … Continua a leggere Follia fantastica nella Scapigliatura milanese

La fine del grande romanzo europeo

Si parla da un po’ di anni della fine del romanzo come genere letterario. Ciò costituirebbe un problema evidente: il romanzo, sin dalla grande invenzione dell’ “io” e della sua ricerca, a incominciare forse dal Don Quichotte di Miguel de Cervantes, ha rappresentato per l’Europa e per noi europei uno specchio del reale, uno specchio non fedele e colmo di abbellimenti, di riccioli dorati e guance rosa, … Continua a leggere La fine del grande romanzo europeo

La letteratura è ribellione per stare bene, non costruzione per far stare bene

Cara lettrice, Caro lettore, so che in questo momento particolarmente tragico della storia umana abbiamo ben altro a cui pensare. Il male che muove il complicato e illogico sistema in cui viviamo ci lascia poco spazio per l’immaginazione e per l’amore per le cose belle. Ci hanno insegnato il gusto per il brutto, l’odio, il razzismo, la competizione spietata, l’affannosa corsa verso l’eccellenza che poi … Continua a leggere La letteratura è ribellione per stare bene, non costruzione per far stare bene

Il cinismo dei libri ruffiani come scappatoia esistenziale

La prima cosa da fare quando inizi un romanzo ruffiano è analizzare i gusti e le tendenze di mercato, ciò che piace alla gente in questo preciso momento storico, e fingere di pensarla come loro. Vendere è facile, se è questo che ti interessa. Si compra tanta di quella immondizia in giro, su Internet, nei supermercati con l’aria condizionata così forte da rimbambirti e farti comprare … Continua a leggere Il cinismo dei libri ruffiani come scappatoia esistenziale

Scrittori si nasce, un cazzo!

Premettendo che frasi come “io non leggo altri autori perché sono troppo impegnato a scrivere”, e altre simili stronzate, non ti serviranno a diventare un professionista, ma solo a rimanere nel limbo degli esordienti che si fanno i pompini a vicenda perché non hanno voglia di lavorare, sappi che per imparare a fare questo mestiere c’è solo un modo. Tutto il resto è vanità, compromesso, … Continua a leggere Scrittori si nasce, un cazzo!

Per scrivere romanzi bisogna avere paura del buio

Da quando ho iniziato questo mestiere – intendendo per “inizio” la data della prima pubblicazione, tanto per sceglierne una – non c’è stato un solo giorno, un solo minuto, in cui non abbia dubitato di quello che facevo. Tutto ciò che ho scritto, è stato il frutto della mia paura di non riuscire a scriverlo. Non so se è chiaro il gioco di specchi. Non … Continua a leggere Per scrivere romanzi bisogna avere paura del buio

Tradurre vuol dire tradire: riflessioni sulla traduzione letteraria

Quando parliamo di traduzione, lo facciamo spesso pensando alla nostra lingua, il nostro paese, il nostro piccolo mondo, e poi alla lingua del testo originale. Ci poniamo cioè in una posizione di non-originalità, come se tradurre, importare un testo, significasse un po’ rubarlo dal suo universo linguistico e prostituirlo al nostro. Ciò che non facciamo così di frequente è pensare a quel testo come a … Continua a leggere Tradurre vuol dire tradire: riflessioni sulla traduzione letteraria

Vita e letteratura al tempo degli hashtag

Esistono due tipi di vite: una piena e una vuota. La vita letteraria è piena. Si coltiva lungo un sottile confine tra il reale e il verosimile, non è fatta di chiacchiere, è avventurosa, eretica, passionale. Ed è fatta anche di mali profondi e irrisolvibili, ridicoli, e di lunghe attese, di sacrificio e silenzio. Lo stesso silenzio che la vita vuota, quella nei social network, … Continua a leggere Vita e letteratura al tempo degli hashtag

Mi hanno chiesto di scrivere un libro. Svolgimento.

Mi hanno chiesto di scrivere un libro. Svolgimento. Come mi hanno insegnato nel corso intensivo di creativvrating x diventare autor@ di besteller. Dai. Cheppoi lo vendiamo a 20€ all’etto al supermercato. Ke è letteratura quella buona. Quella ke si regala. Mica quella ke si legge. Ma xké voi leggete? Diciamoci la verità: makké due coglioni. Ma non è più figo vedersi un bel film o … Continua a leggere Mi hanno chiesto di scrivere un libro. Svolgimento.